I social come Facebook e Twitter innescano la ‘spirale del silenzio’

Da uno studio tedesco arriva uno resoconto sui moderni social network. Gli utenti più assidui frequentatori diventano più restii ad esprimere le proprie opinioni nella vita reale se pensano che gli altri hanno idee diverse

I social come Facebook e Twitter innescano la ‘spirale del silenzio’

Strumenti informatici che prendono sempre più spazio nella nostra vita privata, la rivoluzione dei social network ha cambiato i modi di comunicare. Che ci sia un prezzo da pagare sembra ovvio, soprattutto in termini esistenziali, quando se ne abusa, ma da una ricerca condotta in Germania viene fuori dell’altro, tutto parte da alcune considerazioni sociologiche.

Gli utenti che su Facebook credono di avere amici in linea con le loro opinioni sono più predisposti a condividere in rete le proprie idee con gli altri. Al contrario si tende a nascondere il proprio pensiero agli altri se si ritiene che questi la pesino diversamente. Ma cosa succede in questi casi quando ci si ritrova nella vita reale? I social network influenzano i nostri comportamenti al di là dello schermo? Ebbene, chi usa questi social ha la metà delle probabilità di condividere la propria opinione nella vita reale, rispetto a chi non li frequenta.

Lo studio denominato ‘I social media e la spirale del silenzio’ del Pew Research Center rilancia la teoria della cosiddetta “spirale del silenzio” teorizzata dalla sociologa tedesca Elisabeth Noelle-Neumann nel lontano 1974. Lo studio della sociologa descrisse il comportamento che ciascuno assume nel parlare di questioni politiche quando si ritiene che i propri interlocutori, siano essi familiari, amici o colleghi, la pensano diversamente.

Il risultato dimostra che la tendenza è quella di non condividere, in tali casi, le proprie idee. I ricercatori hanno cosi testato la stessa teoria sui social network con lo scopo di vedere se le relazioni virtuali danno o meno spazio agli utenti con opinioni minoritarie. Questi i risultati sulla questione U.S.A. del Datagate: mentre l’86% degli americani è disposto a discuterne nella vita reale, solo il 42% risulta disposto a farlo anche su Facebook e Twitter. Al contrario, del 14% restante di chi non ne parlerebbe di persona appena lo 0,3% lo farebbe sui social.

Secondo lo stesso studio poi, gli utenti di Facebook e Twitter che usano i social più volte al giorno sono meno propensi a condividere le opinioni quando sono off-line, soprattutto se si pensa che amici e follower virtuali abbiano idee diverse. Tutto ciò secondo i ricercatori suggerisce che “la spirale del silenzio potrebbe propagarsi dai contesti virtuali a quelli reali”.

Continua a leggere su Fidelity News