Centinaia di donne italiane, fidanzate o sposate con un musulmano, hanno deciso di immortalarsi sui social con un cartello stigmatizzato dall’hashtag #hosposatounmusulmano e #muslimhusbandrocks: inevitabilmente, la campagna è divenuta virale e, probabilmente, qualcuna si è appositamente fidanzata con un musulmano per parteciparvi.
Il quotidiano “Libero”, in un articolo, aveva avvertito le donne europee dicendo che sposare un islamico è una follia pericolosa, rimarcando l’incapacità di interazione di una coppia ove l’uomo è mususlmano, sulla pericolosità dei soggetti che potrebbero perpetrare violenze fisiche e psicologiche.
La giornalista freelance Laura Silvia Battaglia, sposa di un professionista dello Yemen, ha deciso di scendere in campo per contrastare un messaggio ritenuto erroneo: “Vi diamo una notizia: purtroppo per voi siamo felici“.
Ale Anzaiana Jones scrive che, alla faccia di tutti quelli che le credono intabarrate, chiuse in casa e represse, loro sono estremamente felici. La giornalista Battaglia incalza sentenziando che le coppie in questione sono normali, nella vita pubblica laiche, come prevede il nostro Stato, invisibili perchè – in quanto felici – non fanno notizia. Continua dicendo che la loro situazione genera scandalo, e desidera ricordare che eppure esistono, con tutte le difficoltà delle coppie non miste e con i problemi che le società impone.
Laura Silvia Battaglia è socia onoraria de “Aifcom”, un’associazione che si occupa di coppie miste. La Battaglia, occorre ricordare, è autrice del libro “La sposa yemenita”. Delfina Licata, ricercatrice sociale, curatrice per la Fondazione Migrante: “Noi facciamo parte dell’Italia felice, che ha amici felici, di quel mondo che non potrebbe vivere senza riconoscere e riconoscersi nella fantasia della differenza, nell’arricchimento dato dall’incontro dell’altro e dal camminare insieme e mai soli“.