Carnevale, costume per bambini da profugo in vendita su Amazon indigna il web

Un annuncio pubblicato su Amazon ha fatto infuriare il web: si tratta di un costume da profugo per bambini, acquistabile per soli 24 euro. La protesta è stata così forte da costringere il sito a prendere provvedimenti.

Carnevale, costume per bambini da profugo in vendita su Amazon indigna il web

Ha fatto scandalo la pubblicazione di un annuncio su Amazon nel quale era stato messo in vendita un costume da profugo per bambini. L’annuncio proponeva un vestitino da immigrato in vista del Carnevale oramai imminente, acquistabile al prezzo di 24 euro, ma è stato rimosso poche ore fa a seguito della feroce ondata di proteste scatenata sul web da diverse associazioni che hanno chiesto la sua cancellazione.

Il primo sito che ha denunciato la “scarsa delicatezza” dell’articolo è stato quello di Famiglia Cristiana. Alla denuncia di FC sono seguite a ruota quelle di numerosi utenti singoli ed associazioni che hanno gridato allo scandalo chiedendo al colosso statunitense di e-commerce di rimuovere immediatamente il costume da profugo in vendita sul proprio portale.

Tale è stato il vespaio scatenato dall’indignazione generale, che Amazon si è visto costretto a cancellare l’annuncio in questione. “Com’è possibile pensare oggi che dei bambini a Carnevale si vestano da profughi?” ha chiesto Andrea Ferrari per Famigliacristiana.it, mentre Oliviero Foti-responsabile nazionale Caritas Italiana emigrazioni-ha definito “inopportuna” la scelta di mettere in vendita un costume da profugo in un momento in cui la tragedia dei migranti rappresenta una delle più grandi piaghe occidentali.

Siamo scossi da quel che accade ogni giorno, crediamo sia legittimo chiedere anche alle aziende una maggiore sensibilità” ha commentato Foti, secondo il quale il vestitino in questione era assolutamente di pessimo gusto. Lo scandalo generato dal costume in questione è tuttavia solo parzialmente giustificabile dalla natura di quest’ultimo, poiché il profugo fittizio ritratto dal travestimento non si rifaceva in alcun modo ai migranti africani e mediorientali, bensì a quelli europei di inizio XIX.

Il cappellino, la giacca e la valigia richiamavano infatti allo stereotipo del profugo europeo che, agli inizi del 1900, abbandonava la propria casa per cercare maggior fortuna in quell’America allora all’apice del suo processo di industrializzazione. Ma il fatto che l’archetipo di immigrato proposto non avesse nulla a che fare con la delicata situazione dei rifiugiati mediorientali non è stato sufficiente ad evitare la rimozione dell’annuncio.

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