Boldrini: caro Zuckerberg, troppo odio su Facebook

Laura Boldrini, presidente della Camera, ha scritto una lettera a Mark Zuckerberg, perché consideri che in Italia Facebook non è sufficientemente controllato nelle espressioni di odio e razzismo, e per il dilagare delle fake news.

Boldrini: caro Zuckerberg, troppo odio su Facebook

Laura Boldrini, presidente della Camera, ha scritto una lettera a Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato di Facebook: “Sono preoccupata per il dilagare dell’odio nel discorso pubblico. Fenomeno non generato certo dai social network, ma che in essi ha un veicolo di diffusione potenzialmente universale. Questo dev’essere quindi per tutti il tempo della responsabilità: tanto maggiore quanto più grande è il potere di cui si dispone. E il suo è notevole“. La lettera integrale, su richiesta della Boldrini, è stata pubblicata il 13 febbraio su Repubblica.

La presidente della Camera accusa Facebook, in Italia, di non fare abbastanza per vigilare affinché i social network non siano inquinati dall’odio. Tra le righe, porta gli esempi concreti di segnalazioni, come quella di Arianna Drago, e di gruppi politici violenti ed estremisti. Afferma anche che una ricerca dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha contato almeno 300 pagine, su Facebook, che esaltano il fascismo.

L’esaltazione del fascismo, in Italia, è un reato, ma gli standard della comunità di Facebook non lo prevedono. Le regole sono state definite uguali e valide per tutti i Paesi del mondo, al di là delle regole particolari di ciascun Paese: così affermano i rappresentanti italiani di Facebook. Eppure, anche la grande azienda di Facebook ha sottoscritto il codice di condotta contro “la diffusione dell’illecito incitamento all’odio in Europa”, nel maggio 2016, previsto dalla Commissione Ue.

Ma le cose non stanno andando nel verso giusto. Una verifica dei primi sei mesi trova traccia che soltanto il 28% dei contenuti segnalati da utenti come discriminatori o razzisti è stato cancellato. Tra l’altro, la media è ricavata comprendendo l’alta percentuale di Germania e Francia, si parla del 50%, rispetto alla percentuale italiana, che rasenta il 4%.

Si chiede, la Boldrini, se la bassa percentuale di siti oscurati, dato molto allarmante, sia dovuto al fatto che in Italia è assente un ufficio operativo di Facebook. Rispetto a quanto avviene in Germania o in Francia, scrive sempre la Boldrini, l’Italia non può contare su un’ampia collaborazione con i rappresentanti Facebbok, anche sul tema della disinformazione.

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