To the bone: nuovo film di Netflix accusato di promuovere l’anoressia

Il nuovo lungometraggio di Netflix “To the bone” racconta la storia di un'adolescente anoressica. Secondo alcuni psichiatri e psicologi questo film potrebbe essere pericoloso per i soggetti a rischio.

To the bone: nuovo film di Netflix accusato di promuovere l’anoressia

In uscita il 14 luglio su Netflix, To The Bone (“Fino all’osso”) è un lungometraggio destinato a sollevare molte critiche. Il tema principale sarà il dramma dell’anoressia vissuto in prima persona dalla giovane protagonista Ellen (Lily Collins). L’attrice e modella britannica si ritrova a vestire i panni di una giovane donna che ha passato l’intera adolescenza entrando e uscendo dalle cliniche per il trattamento dei disturbi alimentari.

La giovane Ellen, dopo numerosi tentativi di recupero andati a vuoto, diventa sempre più magra. Proprio nel momento peggiore arriva l’incontro decisivo, quello con il dottor William Beckham, interpretato da Keanu Reeves, che la convince ad unirsi ad un gruppo di recupero con persone affette dallo stesso suo disturbo, tutti in cura da lui. Da questo momento Ellen inizia un percorso di accettazione di sè, una lotta contro i propri demoni e la fissazione per il peso perfetto, per le calorie e le manie controllo, il tutto assieme ai suoi nuovi compagni.

To The Bone è una commedia drammatica diretta da Marti Noxon, sceneggiatrice televisiva famosa per le serie tv come Buffy, Mad Men, Private Practice, Gigantic, Glee. Nella sinossi ufficiale si legge “Grazie all’incredibile performance di Lily Collins e all’impeccabile ruolo di supporto di Keanu Reeves, Carrie Preston e Lili Taylor, To The Bone sconvolge le aspettative in ogni momento con un taglio particolare e uno sguardo puro nei confronti di ciò che le giovani donne oggi devono affrontare a causa degli ideali di bellezza diffusi dalla società”.

L’attrice protagonista Lily Collins ha vissuto sulla sua pelle quello che si prova ad avere dei problemi alimentari, raccontando il suo passato nel romanzo “Unfliltered: No Shame, No Regrets, Just Me”. Proprio per questa ragione la sua interpretazione di Ellen risulta essere particolarmente intensa e coinvolgente. Ciò non è bastato però per salvare il lungometraggio dalla critica di psicologi e psichiatri, per il modo in cui viene trattato il tema dei disturbi alimentari.

La presidente della facoltà di disturbi alimentari dell’inglese Royal College of Psychiatrists, ha dichiarato al Guardian Dasha Nicholls “Il film è potenzialmente rischioso per due gruppi di persone, sia quelli che hanno problemi con il cibo, sia per quelli che ancora non hanno sviluppato alcun disturbo”. Spiegando che la sua preoccupazione riguarda il modo troppo sereno con il quale viene trattata questa problematica. Il timore è che il conflitto interiore diventi un concetto attraente, una nuova moda giovanile.

Abbiamo la responsabilità di proteggere i giovani e le persone vulnerabili”. Le critiche si basano sulla sola visione del trailer, per questo motivo molti altri esperti si sono espressi in altro modo. La visione di un trailer rende difficile giudicare un intero film, il consiglio sarebbe quello di precisare agli spettatori che il contenuto che andranno a visionare potrebbe influenzare la sensibilità di soggetti a rischio. La psicologa Carolyne Keenan dichiara “Netflix dovrà assumersi la responsabilità di quanto accadrà agli spettatori del film. Anche il corpo della giovane protagonista è molto magro e potrebbe suggestionare gli adolescenti”.

Altre critiche riguardano l’aspetto economico che non viene affatto considerato nel film. Le cliniche e i centri specializzati per la cura e il trattamento di questi disturbi, hanno di norma dei costi proibitivi e non alla portata di tutti. Questo “particolare” sembra non avere importanza nel lungometraggio (sempre secondo ciò che si può vedere nel trailer). Ecco il trailer del film che verrà presentato all’Ischia global fest il 15 luglio.

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