Fabio Quagliarella parla a Le Iene, la fine di un incubo

L’attaccante della Sampdoria si confessa dopo la condanna dello stalker che lo ha perseguitato negli ultimi anni. Quagliarella in lacrime: “ha spezzato il mio sogno di diventare capitano del Napoli”

Fabio Quagliarella parla a Le Iene, la fine di un incubo

Una confessione che sa di liberazione per Fabio Quagliarella, attuale attaccante della Sampdoria. Il calciatore di Castellammare di Stabia, intervistato da Giulio Golia, per la trasmissione Le Iene, ha raccontato la sua verità sulla vicenda di stalking che lo ha visto vittima per ben cinque anni e per la quale è stato condannato, in primo grado a 4 anni e 8 mesi, Raffaele Piccolo, ex agente della Polizia Postale.

Con il volto carico di commozione, Quagliarella ha iniziato il suo racconto da uno dei momenti più tristi per la sua carriera calcistica. Era il 2009 e il suo sogno di giocare nella squadra del cuore, il Napoli, finalmente si era avverato, ma a fine stagione fu ceduto alla Juventus, scatenando un putiferio tra i tifosi partenopei, che lo reputavano un traditore. Ma la cessione alla squadra bianconera non fu una sua scelta personale, ma una volontà della società dopo che erano pervenute delle lettere anonime, che accusavano il calciatore di avere rapporti con la camorra e di essere un pedofilo. Quagliarella racconta che, dopo la cessione, era costretto a tornare a Napoli camuffato, per evitare la reazione di qualche tifoso esagitato, ignaro di quale fosse la verità.

L’incontro con quello che sarebbe diventato il suo persecutore avvenne casualmente. Quagliarella ha un problema con le password del suo pc e il suo amico Giulio gli presenta Raffaele Piccolo, agente della polizia postale esperto di informatica, che si offre di aiutarlo. Nasce una amicizia, ma a distanza di poco tempo iniziano ad arrivare a casa del calciatore, centinaia di lettere anonime contenenti anche foto di ragazzine nude e accuse di pedofilia nei confronti di Quagliarella, oltre a rapporti con la camorra, con il calcioscommesse e con la droga.

Ma la persecuzione non si limitava solo nei confronti del calciatore, ma anche verso la sua famiglia, con minacce di morte o di attentati dinamitardi fino a far ritrovare una bara con la sua foto. Quagliarella a questo punto chiama il suo amico poliziotto per denunciare l’episodio, ma solo dopo qualche anno scoprirà che Raffaele Piccolo non aveva mai depositato le denunce, proprio perché era lui lo stalker.

Le lettere anonime venivano inviate anche alla sede del Napoli e per questo motivo Fabio Quagliarella fu ceduto alla Juventus nell’estate del 2010 spezzando quel sogno di diventare un giorno capitano della squadra partenopea, nel quale avrebbe voluto giocare tutta la sua carriera. In questi anni il calciatore ha tenuto dentro di se questo segreto, nell’attesa che la giustizia facesse il suo corso e solo oggi ha potuto finalmente liberarsi cancellando quelle accuse di tradimento che la tifoseria partenopea gli aveva affibbiato.

Il servizio trasmesso da Le Iene ha subito provocato diverse reazioni sui social da parte dei tifosi del Napoli che, dopo aver chiesto scusa in massa al calciatore, si augurano che possa ritornare a vestire la maglia azzurra e lanciano chiari messaggi al presidente Aurelio De Laurentis.

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