WhatsApp non torna a pagamento, e le emoticons non vanno aggiornate!

Nel corso della prima settimana di Gennaio, non accennano a placarsi gli attacchi che gli hacker stanno destinando agli utenti di WhatsApp: nello specifico, la Polizia Postale, in queste ore, sta allertando su due pericolose, e fastidiose, campagne virali.

WhatsApp non torna a pagamento, e le emoticons non vanno aggiornate!

Nel periodo festivo, in genere, l’attenzione cala e, per questo motivo, gli hacker hanno avviato nuove campagne virali aventi per oggetto gli utenti della social app più diffusa del mondo, quella WhatsApp che, ormai, ha – di fatto – sostituito i tradizionali SMS, e le mail dotate di allegati: ecco le nuove minacce che corrono su WhatsApp. 

Ad allertare sulle nuove minacce che stanno coinvolgendo gli utenti whatsuppiani, in questa prima settimana del Gennaio 2017, è la proverbiale pagina Facebook della Polizia Postale, “Una vita da social”, che ha fornito nuove ed utili dettagli in merito. In particolare, per quanto riguarda la prima allerta, si tratterebbe di una “catena di Sant’Antonio” che mirerebbe esclusivamente ad intasare i server di WhatsApp attraverso la diffusione esponenziale di un messaggio sull’ormai celebre truffa di WhatsApp che tornerebbe a pagamento. Nel messaggio, proveniente da varie numerazioni, si spiegherebbe che WhatsApp sarebbe in procinto di far pagare i messaggi 0.01 centesimi di euro cadauno.

Tuttavia, vi sarebbe un modo per farsi esentare “dall’agenzia di WhatsApp”: diffondere questa notizia, per fortuna priva di link sui quali cliccare, ad almeno 10 contatti. A spam ultimato, una luce (quale?) diventerebbe blu, come segno di “avvenuta procedura”. Inutile dire che WhatsApp, diventato gratuito da un bel po’, resterà tale per sempre, anche se – presumibilmente – si ripagherà tramite i dati che quotidianamente, in modo massiccio, condividiamo con i nostri contatti (vedi lo scambio dati con Facebook, per fortuna bloccato in Europa). 

L’altra minaccia, per fortuna sempre evidenziata dalla Polizia di Poste e Telecomunicazioni, grazie al suo avamposto social, riguarderebbe la necessità di cliccare su un dato link, onde ottenere l’aggiornamento del proprio parco di emoticons: ovviamente, si tratta – anche in questo caso – di una truffa, seppur più pericolosa, dacché è notorio che ogni aggiornamento, funzionale o puramente estetico, WhatsApp lo eredita solo tramite gli app store di Android, e iOS. In questa fattispecie, fa notare la Polizia Postale, si tratterebbe o del tentativo di iscrivere l’utente a servizi a tariffazione maggiorata (abbonamenti), o del tentativo di infettare il relativo device, onde impadronirsi dei dati sensibili, col pericolo – anche – di contagiare i propri contatti.

In ambedue i casi, i consigli delle nostre forze dell’ordine sono sempre i medesimi, ispirati al buon senso: non condividere il messaggio ricevuto, non cliccare su alcun link che dovesse eventualmente contenere e, anzi, procedere all’immediata cancellazione del medesimo. 

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