Whatsapp: ecco il virus che si diffonde attraverso finti file pubblici

Ancora una volta, gli utenti di Whatsapp, a quanto pare nella versione più diffusa, ovvero per Android, sono stati oggetti di un attacco informatico che si propagherebbe attraverso il click su documenti attribuiti ad enti statali. Eccone i dettagli.

Whatsapp: ecco il virus che si diffonde attraverso finti file pubblici

Il quotidiano online IBTimes (International Business Times), presente online con 10 edizioni in lingua, ha recentemente notiziato di una nuova epidemia informatica avente per veicolo di diffusione privilegiato WhatsApp, con l’ormai classico obiettivo di far razzia di dati personali sensibili. Ecco di cosa si tratta.

Secondo il report diffuso nelle scorse ore dal quotidiano online di New York, il virus sarebbe stato avvistato per la prima volta in India, ove alcuni utenti hanno segnalato d’aver ricevuto, proprio su WhatsApp, un messaggio che faceva riferimento a presunti documenti pubblici importanti. Questi ultimi, erano in formato “xls” (Excel), ma potrebbero anche essere diffusi in “.doc” (Word), ed in PDF: in genere, indipendentemente dal formato dei file in questione, la credibilità dei medesimi veniva ottenuta attraverso l’attribuzione ad enti governativi, nel caso specifico la NIA (National Investigation Agency). e la NDA (National Defense Academy).

Una volta cliccati sui file, ritenuti erroneamente sicuri, si attiverebbe un virus – ivi celato – che scandaglierebbe il device alla ricerca di dati sensibili, come le credenziali di accesso ai siti, le password, i log-in bancari e degli e-commerce, i PIN digitati come ulteriore misura di sicurezza. Ovviamente, i dati testé citati – una volta individuati – verrebbero spediti, seduta stante, a server remoti controllati dai cybercriminali che li utilizzerebbero, poi, o per confezionare ulteriori campagne mirate, o per trarne immediato e personale profitto (anche attraverso le vendite nel Deep Web).

Le istituzioni indiane sono già al corrente della presente campagna vitale che, loro malgrado, le ha coinvolte, e si sono attivate per arginare la circolazione dei file “NDA-ranked-8th-toughest-College-in-the-world-to-get-into.xls” e “NIA-selection-order-.xls”, responsabili dell’attacco hacker.

Nel momento in cui scriviamo, la campagna vitale di cui abbiamo riferito sembra circoscritta alla versione Android di WhatsApp ed al continente indiano ove la diffusione di tale messenger ha avuta grande spinta dalla commercializzazione di ottimi device smart a prezzi concorrenziali (es. il Namotel Achhedin): tuttavia, data la grande popolarità dell’app in oggetto anche nel mondo Occidentale, non sarebbe inverosimile che il virus illustrato, ancorché mutato nei riferimenti, prendesse a diffondersi anche dalle nostre parti: ragion per la quale, si consiglia sempre prudenza qualora si dovessero ricevere, anche da contatti noti, file che fanno riferimento ad importanti istituzioni o enti nazionali, i quali – di solitoprediligono, per le comunicazioni di routine, i cari vecchi canali di una volta (posta cartacea, fax, telefonate, convocazioni in presenza).

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