Noto antivirus Android beccato a far incetta di dati personali. Ecco di chi si tratta

Secondo alcuni esperti di sicurezza, un noto antivirus per device Android sarebbe stato scoperto a carpire dati personali degli utenti, come la cronologia delle chiamate, e la rubrica dei contatti personali. Ecco di chi si tratta, ed il motivo di tale prassi.

Noto antivirus Android beccato a far incetta di dati personali. Ecco di chi si tratta

Ultimamente, anche il semplice affidare la cura del proprio apparato digitale ad applicazioni di terze parti sembra essere una prassi pericolosa. Qualche giorno fa, Ccleaner è rimasta coinvolta, suo malgrado, in un attacco hacker che l’ha trasformata in un vero e proprio trojan a detrimento della sicurezza di circa 2 milioni di computer ed oggi, invece, si è scoperto come un noto antivirus per Android abbia fatto incetta di dati personali, per giunta senza chiedere permesso o mostrare alcuna notifica in merito. 

La sorpresa in questione è emersa grazie ai costanti monitoraggi, in tema di sicurezza, dell’israeliana Check Point, che ha appurato un comportamento “diversamente trasparente” da parte del “DU Antivirus Security”: tale software, distribuito gratuitamente dai DU Security Lab, anziché limitarsi ad eseguire la scansione dei device, dei dati ivi presenti e delle app installate in locale, spesso e volentieri inviava ad un server remoto diversi dati dello smartphone, compresa la cronologia della chiamate fatte, e la lista dei contatti dell’utente.

Col prosieguo delle indagini, si è scoperto che i dati carpiti venivano spediti, in forma criptata, ad un server della DU, che si occupava di implementare il database di un’altra app aziendale, quella “DU Caller – Caller ID & Block” che, oltre a bloccare le chiamate fastidiose (al pari di Truecaller), permette anche di registrare, o di occultare (se segrete), le conversazioni. 

Ovviamente CheckPoint ha provveduto immediatamente ad allertare Google, che – dal canto suo – ha preso severe misure contro la software house realizzatrice dell’antivirus di cui sopra, sospendendone dal Play Store l’app incriminata, e riammettendola solo dopo che quest’ultima (con numero di versione 3.1.5) era stata bonificata del modulo “spazza dati personali”, e ricaricata con le dovute correzioni del caso. Peccato che, nel frattempo, si stima che siano stati diversi i terminali compromessi, visti gli ampi numeri di cui può fregiarsi il DU Antivirus Security, attualmente scaricato – dati alla mano – da 5/10 milioni di utenti

Dulcis in fundo, si fa per dire, gli esperti di sicurezza avrebbero scovato il medesimo modulo indiscreto anche in altre 30 app, 12 delle quali circolavano liberamente e indisturbate sul Play Store androidiano, prima che Google se ne accorgesse, e le rimuovesse. 

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