Il Ministero della Difesa risparmierà grazie al software opensource

Il Ministero della difesa, adeguandosi al decreto n.83 del 22 Giugno 2012, ha deciso di passare tutti i suoi 150 mila computer al software libero di produttività meglio noto come LibreOffice. Con grande risparmio per le casse pubbliche

Il Ministero della Difesa risparmierà grazie al software opensource

Il 22 giugno 2012 è stato approvato il decreto n. 83, un decreto che ha una grande valenza, pubblica, in fatto di innovazione tecnologica e di digitalizzazione della pubblica amministrazione: la normativa in questione predispone che la pubblica amministrazione, infatti, prediliga il software aperto, open source, come LibreOffice per esempio, per questioni di produttività.

Da allora, il decreto n°83 è stato già recepito in molte realtà regionali, provinciali e comunali e “LibreOffice”, la suite di produttività open per eccellenza, è stata adottata dalle provincie di Bolzano e Trento, Cremona, Perugia, Macerata, dai comuni di Bologna, Piacenza e Reggio Emilia, e, in ambito sanitario, dall’Ospedale Galliera di Genova, e dalla ASL 5 del Veneto.

Quello che mancava era che un’amministrazione a livello centrale facesse il grande passo e ciò è avvenuto proprio nelle ultime settimane. Il Ministero della Difesa, infatti, ha deciso che i suoi 150 mila computer passeranno alla suite open di produttività in un lasso di tempo che va dall’Ottobre 2015 alla fine del 2016.

Il tutto sarà realizzato, in termini di implementazione della suite, con la collaborazione della Fondazione “LibreItalia” che, nel nostro Paese” gestisce sia lo sviluppo del pacchetto in questione che la sua promozione presso le istituzioni. 

Nell’ambito del progetto, cadenzato a tappe, la meta cruciale consisterà nel passaggio di tutta la documentazione interna a un formato open, come appunto costituito dall’ODF (Open Document Format), mentre – verso la fine della transizione – il Ministero della Difesa, grazie alla sua stessa esperienza, redigerà una serie di contenuti formativi sull’uso di LibreOffice, contenuti che, in seguito, verranno messi a disposizione, in modalità “Creative Commons”, della Comunità che segue l’evoluzione di questo pacchetto software.

Verosimilmente, infine, la versione di LibreOffice (ricordiamolo, un fork realizzato per mantenere libero un codice che era finito sotto il controllo della Oracle) che verrà implementata sui computer del Ministero della Difesa sarà la major release 5.0.1 (https://bit.ly/1LNlR2o), ovviamente gratuita e decisamente molto compatibile con quello che era il vecchio, chiuso, mondo di Microsoft Office.

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