Con il guscio d’uovo la plastica degli imballaggi sarà biodegradabile

Ogni anno vengono prodotte 300 milioni di tonnellate di plastiche a base di petrolio grezzo, con ricadute ambientali ingentissime. Per fortuna la Tuskegee University ha messo a punto una plastica ecologica iper-flessibile grazie all'uso di guscio d'uovo.

Con il guscio d’uovo la plastica degli imballaggi sarà biodegradabile

L’uovo è un elemento naturale incredibile: il suo interno è una miscela, dolce, di grandi quantità di nutrienti e l’esterno, biodegradabile, è resistente come poche cose al mondo. Proprio traendo spunto da quest’elemento, un gruppo di ricercatori ha annunciato la realizzazione di plastiche biodegradabili super-resistenti.

Nello specifico la novità di cui parliamo è stata presentata al 251 esimo meeting annuale dell’American Chemical Society dai ricercatori della Tuskegee University (università privata dell’Alabama, USA) i quali hanno fatto una considerazione davvero importante.

Ogni anno, secondo le loro statistiche, vengono prodotte 300 milioni di tonnellate di plastica che, sappiamo, si ricava dal petrolio grezzo e da altri materiali fossili: ora, la plastica attuale è altamente inquinante. Messa nel terreno, è capace di restare immutata per secoli mentre, se bruciata, rilascia nell’ambiente il pericoloso diossido di carbonio responsabile di gran parte degli attuali disastri climatici discussi al recente Cop 21 di Parigi.

Per ovviare a questo problema, sempre più aziende utilizzano bioplastiche realizzate con amico di mais ed altri materiali vegetali: il pregio di questi materiali è che, depositati nel terreno, si decompongono e tornano alla natura. Il difetto, però, consiste nella loro scarsa resistenza e flessibilità che, sino ad ora, gli ha impedito di venir usati per gli imballaggi (e per i giocattoli, tranne il caso della Bio-On).

L’invenzione della Tuskegee University si inserisce proprio in questo ambito e punta a risolvere i problemi appena citati grazie all’impiego del guscio d’uovo che è poroso, leggero, e composto principalmente da carbonato di calcio che, com’è noto, è facile a sciogliersi in maniera biodegradabile nel terreno. In pratica si è proceduto in questo modo: si è preso il guscio d’uovo, lo si è lavato e sbriciolato – con onde a ultrasuono – in nanomolecole 350 mila volte più piccole del diametro di un capello. Queste particelle sono state, poi, mescolate con una bioplastica di nuova concezione e si è ricavato un materiale certo biodegradabile nel terreno ma anche resistente alle flessioni (+ 700%) come nessun’altra bioplastica attualmente prodotta e presente sul mercato.

Insomma la soluzione giusta per rivoluzionare il mondo degli imballaggi con una plastica biodegradabile realizzata grazie al semplice guscio d’uovo!

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