Vaccini: emendamento fa scendere quelli obbligatori da 12 a 10

Con l'emendamento i vaccini anti meningococco C e B non saranno più obbligatori per le scuole, tuttavia saranno proposti sempre dall'Asl. Scende anche la sanzione massima, che dai 7.500 euro passa ai 3.500

Vaccini: emendamento fa scendere quelli obbligatori da 12 a 10

Via libera per il decreto emanato dalla Lorenzin che fa scendere i vaccini obbligatori da 12 a 10. Nella notte, infatti, la Commissione sulla Sanità ha approvato la legge presentata da Patrizia Manassero su richiesta della presidente Emilia De Biasi, che poi è stata cambiata durante l’audizione di martedì dall‘istituto di sanità Walter Ricciardi.

Nel decreto infatti saranno quattro i vaccini che saranno proposti dall’Asl, e saranno sempre gratuite: le ultime due aggiunte sono quelle contro il meningococco C e B, che non risultato quindi più obbligatorie per il bambino, mentre già erano nella lista quelle contro il rotavirus e lo pneumococco.

Nell’emendamento è previsto poi che sulla vaccinazione quadrivalente, cioè contro morbillo, parotite, rosolia e varicella, che viene fatto durante il primo anno di vita del bambino, verrà fatto un controllo di copertura entro tre anni: Se questo dato raggiunge 87,5% alla soglia del 95% che assicura l’effetto gregge, allora questo obbligo può anche finire. I controlli continueranno sempre ogni tre anni.

Resteranno invece obbligatori i vaccini dell’esavalente che si fanno nei prrimi sei mesi di vita: difterite, tetano, pertosse, emofilo, polio ed epatite B. Oggi questi vaccini vengono fatti dal 93,5% e si pensa che con questa nuova norma si possa raggiungere tranquillamente il livello minimo necessario all’effetto gregge.

Sempre al Senato sono stati fatti nuovi emendamenti: la sanzione per i genitori che non fanno fare questi vaccini vengono ridotte dai 7.500 euro ai 3.500 euro, e non verrà persa più la patria podestà. Per il momento invece è slittata l’obbligo dei vaccini da parte dei operatori sanitari, anche se viene richiesta da molti a gran voce, tra cui gli Ordini dei medici.

Le modifiche però non soddisfano la regione Liguria, con il presidente Giovanni Toti che mostra la sua insoddisfazione con queste parole: “Abbiamo proposto una serie di emendamenti al decreto che speriamo possano migliorarlo: così com’è è mal impostato, vessatorio in alcuni casi e senza coperture sufficienti”.

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