Sanità, ancora tagli: 2,352 miliardi di euro in meno per 2015

Il sistema sanitario italiano è altamente inefficiente: per questo, durante la conferenza Stato-Regioni andata in scena quest'oggi, è stata preparata una bozza che prevede ulteriori tagli alla sanità per 2,532 miliardi di euro

Sanità, ancora tagli: 2,352 miliardi di euro in meno per 2015

C’era un tempo in cui l’Italia era un Paese prospero, con un’industria fiorente, capace di offrire lavoro ai propri cittadini ed a tutti coloro che intendevano recarvisi per iniziare una nuova vita. La floridità di quella nazione è stata pian piano consumata da una gestione mafiosa ed irresponsabile delle risorse, che ha irrimediabilmente compromesso la ricchezza del Paese, aprendo uno squarcio sempre più ampio tra i cittadini abbienti, e le classi più povere.

Ma “Finché c’è la salute, va tutto bene” recita un vecchio adagio popolare. Ed in effetti il sistema sanitario italiano-nonostante i ripetuti stupri all’economia ed al sociale operati dalla mafia, e dalle classi politica ed imprenditoriale-era rimasto un vanto per il Belpaese: pochi altri nel mondo occidentale potevano vantare le garanzie nell’ambito della sanità pubblica che poteva offrire l’Italia.

Eppure anche quello sta venendo pian piano smantellato, in parte per seguire il ridicolo modello americano (criticato ripetutamente su più fronti, dallo stesso presidente Barack Obama in primis), ed in parte venendo fagocitato da quegli stessi meccanismi mafiosi che regolano con precisione svizzera lo stanziamento dei fondi e la distribuzione delle ricchezze in Italia.

L’efficienza della sanità, nel nostro Paese, è infatti sempre minore: nepotismo, truffe e cavilli d’ogni genere vengono sovente utilizzati dai dirigenti per “ingozzarsi” indiscriminatamente e-possibilmente-far partecipare al banchetto anche amici e familiari.

Anche per questa ragione, nel corso della conferenza Stato-Regioni di oggi è stata redatta una bozza che, se dovesse venire approvata, comporterà i seguenti tagli alla sanità pubblica: beni e servizi (-788 milioni di euro), dispositivi medici (-550 milioni di euro), specialistica (-106 milioni di euro), riabilitazione (-89 milioni di euro) e riduzione ricoveri in case di cura private con meno di 40 letti (-12 milioni di euro).

Inoltre la riforma comporterà anche una riduzione delle spese per i primariati (-68 milioni di euro), e taglierà i fondi anche alla riorganizzazione della rete assistenziale pubblica e privata (-130 milioni di euro) ed al finanziamento farmaceutica (-308 milioni di euro), riducendo infine anche i vari investimenti tuttora in corso (-300 milioni di euro). Totale: 2,352 miliardi di euro “sottratti” alla sanità.

Si salva parzialmente la Valle d’Aosta, in virtù del suo status di Regione a statuto speciale. La Corte Costituzionale ha infatti accolto il ricorso presentato in relazione ai tagli del 2013, nel contesto della famigerata “Spending review bis”, decretando che: “La Regione autonoma Valle d’Aosta non grava, per finanziamento della spesa sanitaria nell’ambito del proprio territorio, sul bilancio dello Stato, e quindi quest’ultimo non è legittimato ad imporle il descritto concorso”.

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