“Pink is Good”, per combattere il tumore al seno

Per aumentare le adesioni femminili alle mammografie e ai controlli necessari per la prevenzione del carcinoma mammario, è stata organizzata la nona edizione della campagna “Pink is Good – Prevenzione Seno: obiettivo 100%”

“Pink is Good”, per combattere il tumore al seno

I dati più recenti ci dicono che oggi nel mondo le donne che si ammalano di tumore al seno sono 1,5 milioni e i decessi legati a questa tipologia di tumore, nonostante una diminuzione della mortalità di circa il 30%, sono ben 500.000 (12.000 solo nel nostro Paese). Alla luce di questi dati è facile intuire che il carcinoma mammario rappresenta il primo tumore femminile per incidenza.

Questi dati, specialmente quelli legati alla mortalità, potrebbero essere notevolmente migliori se non fosse che, come sottolineato dall’Osservatorio Nazionale Screening, prendendo in considerazione il nostro Paese, 3 donne su 10 (perlopiù residenti in Meridione) di età compresa tra i 50 e i 69 anni dichiarano di non essersi mai sottoposte ad una mammografia.

Allo scopo di sensibilizzare le donne sui rischi del tumore al seno, di convincere le istituzioni a finanziare maggiormente la ricerca e ad organizzare test gratuiti, è stata programmata, per la nona volta, la campagna “Pink is Good –Prevenzione Seno: obiettivo 100%”, sostenuta dalla Fondazione Veronesi e in collaborazione con le società scientifiche AIOM Associazione Italiana di Oncologia Medica, SIGO Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, SIMG Società Italiana di Medicina Generale e l’Osservatorio Nazionale Screening. Nell’ambito di questa nuova campagna verranno distribuiti negli ospedali, nei consultori e negli ambulatori ginecologici italiani fascicoli informativi.

Il professor Umberto Veronesi ha espresso con queste parole il suo parere sulla diagnosi precoce: “Oggi andiamo a cercare il tumore nelle persone apparentemente sane. Questo significa che, se è più piccolo di un centimetro, riusciamo a guarire il 95% delle donne. Ecco perché la prevenzione è un’arma così importante per tutte le donne. Si tratta poi di un esame sicuro e poco invasivo per il corpo femminile.”

Il professore ha poi sottolineato che negli ultimi tre anni si è registrato un aumento del 2% delle adesioni ai programmi di screening. Si tratta di un dato che fa ben sperare, ma ancora non sufficiente.

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