Patatine fritte: sono amiche della salute

Le patatine fritte? Non screditiamole! Se fritte con l'olio giusto possono persino fare bene alla salute. Ciò accade poichè l'olio d'oliva extra vergine durante la frittura rilascia molti antiossidanti, arricchendo il fritto con i suoi composti fenolici.

Patatine fritte: sono amiche della salute

La base di tale interessante scoperta si ricollocherebbe ad uno studio condotto dal Dipartimento di Scienze alimentari dell’Università “Federico II” di Napoli. Questa ricerca ha dimostrato che le patatine fritte nell’olio di oliva extra vergine non sono nocive per il nostro organismo e sono maggiormente digeribili se confrontate a quelle fritte nell’olio di colza, di mais, di arachidi e/o quello di semi vari.

Nello specifico, il sopracitato studio svolto all’Università di Napoli ha rivelato che, dopo un’analisi di laboratorio, delle semplici patatine a bastoncino fritte per 7-8 minuti in olio di oliva pulito ed incontaminato, hanno riportato circa 8 mg di antiossidanti in più, acquisiti grazie ai fenoli ed alle vitamine contenute nell’olio extra vergine d’oliva, il quale resiste perfettamente alle alte temperature grazie al punto di fumo alto rispetto agli altri oli in commercio.

Alla luce di questi confortanti risultati, possiamo dedurre che le patatine fritte di per sè non sono dannose per la nostra salute; basta soltanto prestare cautela alla tipologia di olio che si sceglie di utilizzare per la frittura, poichè nella stragrande maggioranza dei casi la nocività non consiste nell’alimento in sè stesso, bensì nella scelta del condimento.

Motivo per cui occorre prestare maggiore attenzione alla scelta dell’olio al momento dell’acquisto presso il supermercato. E’ opportuno diffidare di bottiglie di olio particolarmente economiche e a buon mercato, composte prevalentemente da oli di semi vari. Quest’ultime infatti non sono affatto indicate per le fritture, in primis perchè non resistono ad elevante temperature e in secondo luogo perchè non se ne conosce la provenienza e potrebbero esser state realizzate con scarti.

Logicamente non bisogna interpretare i risultati di questa ricerca scientifica come un’esortazione a nutrirsi di patate fritte quotidianamente e a quantità industriali. Al pari di qualsiasi altro cibo fritto, occorre che il consumo sia limitato al minimo o comunque a porzioni decorose.

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