Ogni anno la Sepsi uccide più dell’infarto

Gli esperti, in occasione della "Giornata mondiale della sepsi", evidenziano che le persone che ogni anno muoiono a causa di sepsi sono maggiori rispetto a quelle che muoiono di infarto.

Ogni anno la Sepsi uccide più dell’infarto

La sepsi è una grave forma di infezione, causata da batteri, virus, funghi o protozoi, che può colpire chiunque ma in particolar modo anziani e bambini, o meglio chi ha difese immunitarie piuttosto basse. In molti non la avranno mai sentita prima eppure questa malattia tocca ogni anno nel mondo circa 26 milioni di persone, ne uccide solo in Italia 60.000 e ha un’incidenza più alta dell’infarto. Questi sono i dati che gli esperti vogliono far conoscere con l’obiettivo, anche in occasione della “Giornata mondiale della sepsi”, di informare la società sui principali rischi di questa malattia ancora sconosciuta, di favorire la prevenzione o comunque terapie efficaci e tempestive.

Massimo Antonelli, presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) ha a tal proposito dichiarato: “La battaglia contro la Sepsi e lo shock settico vede gli anestesisti rianimatori in prima linea. Il successo può essere garantito solo attraverso una collaborazione multispecialistica con infettivologi, microbiologi chirurghi. Il precoce riconoscimento e il trattamento immediato sono i capisaldi del successo”.

I sintomi della patologia (che possono verificarsi contemporaneamente o no) solitamente sono mal di testa, vomito, sonnolenza, febbre oltre i 38,5 gradi (che permane per circa 24-48 ore nonostante gli antifebbrili), difficoltà respiratorie, ipotensione, diuresi danneggiata, gonfiore a gambe e braccia. Nei casi più gravi (ad esempio in presenza di stati di incoscienza oppure di altri fattori come malattie croniche, l’età avanzata, l’utilizzo di terapie immunosoppressive) la cura tradizionale a base di antibiotici (trattamento a domicilio con antibiotici) non è sufficiente e si deve ricorrere al ricovero in ospedale e forse anche in terapia intensiva o rianimazione.

Per prevenire la sepsi fondamentale è l’igiene, specie quella delle mani; si raccomanda dunque di lavare spesso e bene le mani, soprattutto all’interno delle strutture sanitarie (il 20% dei casi di sepsi contratte all’interno di strutture sanitarie sono prevenibili attraverso il semplice rispetto delle norme igieniche).

Sono malattie altrettanto preoccupanti quelle contratte con piercing e tatuaggi, quando questi non vengono realizzati nelle giuste condizioni igieniche.

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