Malasanità: provoca 16 operazioni sbagliate in 7 anni

La malasanità provoca ogni anno tante operazioni sbagliate e morti. I dati che emergono dallo studio del Sistema informativo sono allarmanti: 471 cadute 'fatali' e 295 suicidi. In 159 casi è stato dimenticato materiale operatorio all'interno del corpo

Malasanità: provoca 16 operazioni sbagliate in 7 anni

Gli episodi di malasanità in Italia sono più frequenti di quanto si pensi: basta pensare che in 7 anni negli ospedali italiani si sono verificate 26 operazioni su parti sbagliate del corpo e ben 16 sono state eseguite su un altro paziente. 159 sono invece i casi di materiale ‘dimenticato’ durante gli interventi a cui ne è seguito un successivo e 135 i decessi o danni gravi. Le cadute fatali che hanno portato al decesso sono state 471 e 295 i suicidi o tentati suicidi.

Sono state circa 2.000 le segnalazioni per errori chirurgici, terapie farmacologiche e trasfusioni, decessi o conseguenze disastrose per un codice Triage sbagliato. I casi sono stati segnalati attraverso il sistema Simes, che monitora gli errori in sanità e fornisce un rapporto al ministero della Salutee vanno dal settembre 2005 al dicembre 2012. Tra i primi in classifica dei dati forniti ci sono le cadute che hanno portato a decessi o gravi danni, e a questi seguono gli errori in sala operatoria che hanno visto interventi su parti sbagliate del corpo oppure addirittura su un altro paziente. 

I casi di malattie correlate al parto registrate grazie ai dati sono stati invece 55, e spesso hanno portato anche al decesso, mentre sono 79 quelli che hanno subito gravi alterazioni funzionali a causa di terapia errata e 72 quelli  di reazioni trasfusionali. Tutte questa anomalie sono spesso causate da diversi fattori, che purtroppo sono strettamente legati ad una cattiva organizzazione e a evidenti problemi di comunicazione oltre che ad errori umani.

Gli errori più frequenti sono, a quanto è emerso dai dati, nei reparti di degenza, e infatti in questi 7 anni sono stati  753 e ben 359 in sala operatoria. Nel rapporto è stato precisato: “Le informazioni raccolte non hanno significato epidemiologico e non rappresentano dati di incidenza degli eventi sentinella”, ma sottolinea come il numero e il tipo di  segnalazione è diverso da regione a regione e anche tra le strutture sanitarie.

E nel rapporto è stato aggiunto: “Rispetto agli eventi sentinella censiti (2394), quelli validati sono stati 1918, e il monitoraggio degli eventi sentinella è uno dei criteri di valutazione nelle attività di monitoraggio della effettiva erogazione dei Lea (Livelli essenziali di Assistenza)”.

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