L’uso della realtà virtuale per il trattamento di ansia e paranoia

Un recente studio svolto da alcuni ricercatori dell'Università di Oxford ha dimostrato l'enorme potenziale terapeutico della realtà virtuale per curare i sintomi delle forme più gravi di paranoia.

L’uso della realtà virtuale per il trattamento di ansia e paranoia

Si sente spesso parlare di paranoia. Nonostante si faccia, a volte, un uso scorretto di tale parola (sovrastimando la percentuale di persone che ne soffre), le conseguenze di tale disturbo sono molto invalidanti sul piano emozionale e sociale.

Nelle forme più severe essa rientra nei criteri diagnostici di alcune forme di schizofrenia, strutturandosi in veri e propri deliri di persecuzione; tuttavia, la maggior parte delle persone non rientra in questo quadro clinico. Questi individui tendono a considerare la presenza di altre persone come una minaccia alla propria incolumità. Evitano il più possibile spazi affollati e a volte perfino il contatto visivo con gli altri, poiché temono di essere giudicati negativamente o osservati in modo eccessivo.

Le persone paranoiche vivono con la costante preoccupazione che gli altri possano fare loro del male. Ossessionate da queste paure infondate, esse tendono il più possibile a evitare gli ambienti (come gli ascensori, le metropolitane…) in cui il contatto con la gente può diventare troppo coinvolgente e ravvicinato. In ciò è evidente che i sintomi della paranoia, e soprattutto le sue conseguenze sul piano sociale, diventano molto simili a quelli dei più comuni disturbi d’ansia, come gli attacchi di panico e le fobie sociali

La conseguenza più deleteria di questo disturbo è la progressiva riduzione dei contatti sociali in seguito all’adozione di comportamenti volti ad evitare le situazioni che provocano stress. L’evitamento di queste situazioni le rende ancora più spaventose e stressanti, in un circolo vizioso che non fa che peggiorare sempre più la qualità della vita di queste persone.

Alcuni ricercatori dell’Università di Oxford, guidati dal professor Daniel Freeman, si sono chiesti se sia possibile rieducare queste persone, “immergendole” nelle situazioni che le impauriscono pur beneficiando di un setting controllato. I risultati che hanno ottenuto tramite la loro indagine sono stati pubblicati di recente sul British Journal of Psychiatry.

Poiché le situazioni di vita reale sono spesso troppo stressanti per queste persone, i ricercatori hanno deciso di ricorrere alla realtà virtuale. La ricerca ha coinvolto 30 pazienti già in cura per il trattamento della paranoia.

Tramite dei simulatori in 3D le persone venivano “immerse” in situazioni potenzialmente stressanti, come il vagone di un treno o un ascensore pieno di gente. Mediante la realtà virtuale i pazienti entravano in contatto con molte “persone”, chiamate “avatar”, che stavano a distanza ravvicinata a causa dell’affollamento. Ad un gruppo di pazienti è stato detto di utilizzare senza problemi le loro abituali difese, mentre i restanti individui sono stati stimolati a vincere tali paure, rinforzati dal fatto che la situazione che stavano vivendo non era reale. Essi sono stati spronati a guardare negli occhi i vari “avatar” e a stare loro vicino senza provare sensi di minaccia.

I risultati sono stati sorprendenti. Al termine di ogni sessione di di 30 minuti il numero di persone sofferenti di gravi forme di paranoia si riduceva drasticamente (si parla del 20% per il primo gruppo e di oltre il 50% nelle persone che erano state stimolate ad interagire con gli avatar). I soggetti trattati hanno dimostrato di avere meno paura anche in seguito, interagendo in reali situazioni di vita quotidiana.

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