L’inquinamento atmosferico innalza il rischio di ictus

Da uno studio dei ricercatori dell'Università di Edinburgo, che hanno analizzato oltre 100 studi con dati provenienti da 28 Paesi, è emerso che l'inquinamento atmosferico aumenta il rischio di ictus

L’inquinamento atmosferico innalza il rischio di ictus

Uno studio dei ricercatori dell’Università di Edimburgo, eseguito su oltre 100 studi che coprono i dati provenienti da 28 Paesi, ha fatto emergere un dato piuttosto preoccupante: sembra infatti che l’inquinamento atmosferico aumenti il rischio di scatenare un ictus. I dati delle analisi sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista British Medical Journal, e dimostrano che sono davvero reali soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

L’improvviso verificarsi di un ictus non è altro che l’occlusione da parte di un trombo dei vasi sanguigni che avviene a livello cerebrale, e che ogni anno causa la morte di oltre 5 milioni di persone. Vari i fattori che intervengono affinché si arrivi all’ictus, tra cui obesità, fumo e ipertensione, tre fattori determinanti che fanno scattare la molla. E da qualche tempo gli scienziati avevano il desiderio di approfondire se una delle cause scatenati per l’ictus fosse anche l’inquinamento atmosferico.

E così è partita la ricerca di Edimburgo, con 100 studi provenienti da 28 Paesi. I dati emersi sono stati davvero preoccupanti: infatti, pare che il rischio di ictus e la probabilità di ricovero si innalzino in proporzione al tasso d’inquinamento presente nell’aria. Una condizione che si verifica sia per le polveri sottili sia con la presenza di gas tipo monossido di carbonio, biossido di zolfo e di azoto, ed è stata riscontrata una associazione maggiore nei Paesi a basso e medio-reddito. 

La ricerca è partita con lo scopo di analizzare la probabilità di ictus in base all’inquinamento,  anche se non dà ulteriori informazioni sulla loro associazione. Secondo gli scienziati le sostanze inquinanti interferiscono con le cellule dell’endotelio, e in particolare sul rivestimento interno di vene e arterie. In pratica le sostanze inquinanti sono in grado di stimolare le fibre nervose provocando un improvviso restringimento dei vasi e, di conseguenza, un aumento di pressione.

Questa condizione provoca un minor afflusso di sangue e aumenta dunque il rischio di trombosi. La scoperta è preoccupante, e se si considera quante città hanno il tasso di smog elevato si può capire quante persone sono soggette a rischi continui. L’ictus purtroppo coglie all’improvviso, ma attente analisi possono rilevare passaggi di sangue minori e attuare una terapia che possa alleviare qualche disturbo prima che accada l’irreparabile. 

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