La vita dell’uomo non può superare i 125 anni

Secondo un recente studio americano la longevità dell'essere umano non è in progressivo aumento; al contrario, la vita umana non può superare un limite, in anni, ben definito, indipendentemente dai progressi medici, dal benessere e dalla dieta.

La vita dell’uomo non può superare i 125 anni

Qual è davvero l’età massima raggiungibile da un essere umano? Questa è una domanda a cui la scienza da anni sta tentando di dare una risposta. 

Grazie al progresso tecnologico, a partire dal XIX secolo l’aspettativa di vita è aumentata notevolmente

Finora l’essere umano più longevo al mondo è stata Jeanne Louise Calment, morta il 4 agosto 1997 ad Arles, alla veneranda età di 122 anni e 164 giorni. Attualmente l’essere umano più anziano è l’italiana Emma Martina Luigia Morano, la quale compirà 117 anni a novembre

Un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature e condotto dai dipartimenti di Genetica e di Oftalmologia e Scienze visive dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, ha sfatato il mito secondo cui la longevità stia aumentando progressivamente, dimostrando al contrario che gli esseri umani non possono superare (ad esclusione di rarissimi casi) un limite, in anni, ben definito, pari a circa 115 anni, nonostante la scienza, il benessere, la ricerca, la felicità e la dieta.

Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno analizzato i dati dello Human Mortality Database, relativi alla demografia, ai tassi di mortalità di 41 Paesi e alle morti dei supercentenari tra il 1968 e il 2006 nei quattro Paesi (Stati Uniti, Francia, Giappone e Regno Unito) con il più alto numero di anziani. I ricercatori, interpretando e studiando modelli matematici e statistici da cui si ricavano i trend di crescita e di arresto della longevità, hanno concluso che probabilmente la durata massima della vita potrebbe già essere stata raggiunta (sebbene vi sia una minima possibilità di superarlo pari a 1 su 10.000) e che la speranza di vita diminuisce dopo i 100 anni di età. Lo studio ha altresì dimostrato che nella maggior parte dei Paesi i miglioramenti più significativi nella sopravvivenza delle fasce di età più elevata hanno raggiunto il vertice negli anni ottanta, e da allora non ci sono state variazioni.

Il professore Jan Vijg ha commentato: “Ulteriori progressi contro le infezioni e le malattie croniche possono continuare a migliorare l’aspettativa di vita media, ma non possono allungare quella massima”.

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