La trabectedina per contrastare il tumore dell’ovaio

In occasione del congresso ASCO di Chicago, i ricercatori hanno presentato la possibilità di utilizzare la trabectedina, una molecola estratta da Ecteinascidia turbinata, nei trattamenti contro il tumore all'ovaio.

La trabectedina per contrastare il tumore dell’ovaio

Nel nostro Paese il tumore dell’ovaio interessa circa 4.500 donne ogni anno. Il tumore all’ovaio è attualmente al nono posto tra i tumori per frequenza.
Nel 30% dei casi il carcinoma non è completamente asportabile o perché è troppo avanzato o perché localizzato in aree dove l’accesso per via chirurgica risulta essere piuttosto difficile e pericoloso per la salute della donna. 

In questi casi l’unica speranza è rappresentata dalla chemioterapia, ma così il rischio di recidive (oltre che di effetti collaterali) è piuttosto elevato (in circa il 70% dei casi la malattia si ripresenta). Da qui è nata dunque la necessità di trovare un trattamento alternativo, presentato recentemente al congresso ASCO di Chicago.

Lo studio in cui si inserisce questo nuovo trattamento si chiama Inovatyon (INternational OVArian cancer patients Trial with YONdelis) e prevede l’utilizzo della trabectedina, una molecola estratta da Ecteinascidia turbinata, un piccolo invertebrato marino, per ridurre il rischio di recidiva per questo tipo di tumore.

Nicoletta Colombo, Direttore Programma Ginecologia Oncologica dello IEO, ha spiegato: “È uno studio di strategia terapeutica, per capire la capacità della trabectedina nell’aumentare la sensibilità alla tradizionale chemioterapia con il platino. L’obiettivo è dare una risposta alle donne che oggi recidivano e che noi vogliamo portare a una maggiore sopravvivenza”.

La trabectedina è stata scelta dai ricercatori perché, a differenzia di altri chemioterapici che vanno sospesi dopo un po’ perché non più sopportati, non ha una tossicità cumulativa. Quindi si potrebbe pensare che l’alternanza della combinazione con trabectedina permetta di “smaltire” le tossicità delle terapie precedenti e incrementare l’efficacia antitumorale.

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