In Italia le apparecchiature diagnostiche sono troppo vecchie

Il Centro Studi di Assobiomedica ha di recente evidenziato che più di 6.000 apparecchiature diagnostiche per immagini utilizzate nelle strutture sanitarie italiane sono obsolete, avendo superato in termini di anni la soglia di adeguatezza tecnologica.

In Italia le apparecchiature diagnostiche sono troppo vecchie

Oggi è possibile, grazie all’evoluzione tecnologica applicata alla medicina, avvalersi di apparecchiature di diagnostica moderne, in grado di produrre immagini dettagliate delle diverse zone del corpo umano e di individuare anche le malattie più insidiose. Tuttavia, in tempi di crisi, anche l’acquisizione di queste moderne tecnologie da parte del nostro Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) viene ostacolata, perolopiù dalle iniziative di revisione della spesa e da investimenti regionali in ambito elettromedicale sempre più ridotti.

Infatti, stando ai dati emersi dallo studio su “Il parco installato delle apparecchiature di diagnostica per immagini in Italia: lo stato dell’arte tra adeguatezza, obsolescenza e innovazione in un’ottica di sostenibilità del sistema” pubblicato dal Centro Studi di Assobiomedica (l’associazione delle imprese di dispositivi medici), nel nostro Paese vi sarebbero stati nel 2014 circa 6.400 apparecchiature di diagnostica per immagini obsolete (su 50.000 macchine di diagnostica censite), cioè che avevano oltrepassato la soglia di adeguatezza tecnologica attestata tra i 5 e i 7 anni. Le prime stime effettuate ci dicono che la situazione sarebbe peggiorata ulteriormente nel corso dei 12 mesi del 2015. Una situazione davvero inaccettabile per milioni di pazienti, che vorrebbero solo sicurezza ed efficacia.

Per fare alcuni esempi del livello di invecchiamento di queste apparecchiature basti pensare che il 72% dei mammografi convenzionali, il 66% delle unità mobili radiografiche analogiche, il 76% dei sistemi radiografici fissi convenzionali e il 60% dei sistemi telecomandati convenzionali ha più di 10 anni.

Marco Campione, Presidente dell’Associazione Elettromedicali di Assobiomedica, ha affermato: “Uno degli aspetti più gravi è che oggi il 50% delle apparecchiature radiologiche è ancora convenzionale, quando vent’anni fa la radiologia ha assistito a una grande rivoluzione tecnologica col passaggio dall’analogico al digitale, che ha consentito una migliore capacità diagnostica, la riduzione dei tempi di esecuzione dell’esame e il contenimento dei costi”.

Lo studio in questione ha anche registrato una perdita di posizioni dell’Italia rispetto al ranking europeo dell’Ue 27.

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