Cybercondria: l’ipocondria dell’era moderna

L'ansia da sempre è uno dei più diffusi problemi che perseguita l'essere umano. In quest'epoca dove internet fa parte integrante della nostra vita nasce la Cybercondria.

Cybercondria: l’ipocondria dell’era moderna

Chi ha sofferto di ansia conosce quel senso di soffocamento, seguito da paura, preoccupazione, apprensione, senso di perdita del controllo e, nei casi più gravi, frustrazione e depressione.

In tanti su Google cercano le soluzioni per eliminare l’ansia, ma questo non è possibile in quanto è un’emozione naturale, generata da un meccanismo psicologico di risposta allo stress, fondamentale per prevedere un eventuale pericolo.

E’ anche vero che alcune persone non riescono a controllare questa sensazione arrivando a vere e proprie crisi di panico. A quanti di voi sarà capitato di stare poco bene e cercare i propri sintomi su internet? Non essendo dei medici c’è il pericolo di arrivare ad un’errata soluzione che porta ad uno stato d’ansia.

Questo nuovo fenomeno è stato chiamato cybercondria. Il dottor Fergus, docente di un’università texana ha condotto uno studio su 512 persone sane, per dimostrare come le ricerche sanitarie online influiscono sullo stato emotivo dell’individuo. La conclusione del dottor Fergus è che la cybercondria è l’equivalente in rete dell’ipocondria.

I malati immaginari dell’era moderna, i cybercondriaci, sono in America almeno 8 persone su 10; in Italia è stato colpito dal fenomeno già il 32% della popolazione.

In tutti i  casi di malessere è sempre meglio consultare un medico, il fai da te è sconsigliato in tutti i casi. Un rimedio naturale per calmare lo stato d’ansia lo si trova in alcune bibite come un bicchiere di latte, una cioccolata calda, il té nero, il té verde e un bel bicchiere d’acqua fresca prima di una passeggiata all’aperto.

Le donne in gravidanza devono cercare di tenere sotto controllo stress e ansia. Recenti studi, svolti dalla Columbia Center Children’s, dimostrano che se la futura mamma è ansiosa e stressata si possono avere ripercussioni sul nascituro. Il bambino potrebbe andare incontro a disturbi come ansia, aggressività, deficit di attenzione e depressione.

Per alcuni ricercatori il nascituro potrebbe essere più piccolo rispetto alla media.

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