Curare il diabete di tipo 2 in sala operatoria

Grazie ad una recente ricerca sarà possibile curare il diabete di tipo 2 in sala operatoria, avvalendosi della chirurgia bariatrica come alternativa o comunque supporto alla terapia medica convenzionale.

Curare il diabete di tipo 2 in sala operatoria

A breve, grazie ad uno studio eseguito dai ricercatori dell’Università Cattolica, del Policlinico Gemelli e del King’s Colege di Londra, sarà possibile curare il diabete di tipo 2, cioè quello legato principalmente agli stili di vita della persona, semplicemente in sala operatoria. Questo sarà possibile grazie alla chirurgia bariatrica, applicata laddove vi sono situazioni di obesità evidente; questa è risultata infatti più adeguata della terapia medica convenzionale (dieta, esercizi fisici…) nel controllare il diabete nel lungo periodo. Lo studio è stato pubblicato sulla nota rivista “The Lancet”.

Durante questo studio sono stati analizzati ben 60 pazienti tra i 30 e i 60 anni con un indice di massa corporea maggiore di 35 kg/m2 (quindi persone in sovrappeso grave). I pazienti sono stati poi suddivisi, senza un criterio particolare, in tre gruppi: 20 di loro sono stati sottoposti alla terapia medica convenzionale (quindi diete, attività fisica, ipoglicemizzanti orali e/o insulina), altri 20 sono stati sottoposti ad un bypass gastrico, gli ultimi 20 ad una diversione biliopancreatica. Per coloro che non fossero esperti dell’argomento, sia il bypass gastrico che la diversione biliopancreatica sono due tipologie di interventi di chirurgia gastrointestinale; la differenza tra i due consiste nel fatto che il primo prevede la riduzione dello stomaco e un bypass del primo tratto dell’intestino tenue, mentre il secondo prevede la rimozione di circa il 50% dello stomaco e un bypass dell’intestino di lunghezza superiore. Nell’arco di 5 anni si è osservato che circa il 50% dei pazienti che erano stati sottoposti all’intervento chirurgico ha mantenuto una remissione di diabete, mentre in nessun paziente sottoposto a terapia medica convenzionale si è registrata una remissione (N.B.: per remissione si intende in questo caso il mantenimento del livello di emoglobina glicosilata al di sotto dello 6,5%). Inoltre i diabetici sui quali è stato effettuato l’intervento hanno mostrato una glicemia inferiore, un rischio cardiovascolare minore, una qualità della vita migliore rispetto ai pazienti in terapia medica convenzionale.

Il professore Rubino ha commentato: “I risultati di questo studio clinico aggiungono ulteriore supporto all’evidenza scientifica che indica nel tratto gastrointestinale un target biologicamente ideale per interventi rivolti alla cura del diabete. In particolare, credo che questi risultati impongano il riconoscimento della chirurgia gastrointestinale come una legittima opzione terapeutica per il trattamento dei pazienti con diabete di tipo 2”.

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