Caffè contro la demenza: la caffeina aziona un enzima difensivo

Le nuove ricerche sulla caffeina dimostrano che questa è capace di combattere la demenza. L'ultimo studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports e condotto dall'Indiana University

Caffè contro la demenza: la caffeina aziona un enzima difensivo

Il caffè è ritenuto dagli studiosi un potenziale alleato che combatte la demenza. Ciò è reso possibile dal momento che la caffeina si mostra capace di rendere più forte e potente l’attività dell’enzima ‘NMNAT2’ che ha il compito di proteggere il cervello. 

I risultati delle ultime ricerche hanno dimostrato che è un’arma molecolare molto importante per le cellule nervose, perché combatte contro la formazione di aggregati tossici.

Lo rivela la rivista Scientific Reports in una ricerca condotta dall’Indiana University, pubblicata in questi giorni. Sono diversi gli studi che già hanno analizzato le capacità del caffè, di recente sulla rivista Plos Biology è stato pubblicato un lavoro in cui si parla degli effetti protettivi di NMNAT2 proprio contro l’Alzheimer. Così pure lo studio pubblicato sulla rivista The Journals of Gerontology, Series A: “Biological Sciences and Medical Sciences”, dimostrava chiaramente che il caffè e altre bevande contenenti caffeina, consumate con abitudine, proteggono dalla demenza.

Il nuovo studio degli esperti americani ha testato circa 2000 molecole attive, tra le quali la caffeina, alla ricerca di quelle che hanno un ruolo decisivo nell’aumentare la produzione di NMNAT2. Tra tutte le molecole testate, la più potente è risultata essere la caffeina.

La sua capacità di attivare la produzione di NMNAT2 è insuperabile. Il test è stato eseguito su topi a rischio di demenza in quanto geneticamente incapaci di produrre la quantità necessaria di NMNAT2. Assunta la caffeina, il cervello degli animali, ha registrato una quantità normale di enzima.

Questo studio apre strade nuove sulle possibilità terapeutiche basate sulla caffeina e su altri composti affini. Nello studio altre 23 molecole sono risultate, anche se con minore efficacia capaci di aumentare la produzione dell’enzima protettivo.

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