Berlino, psicanalista: i bambini vanno protetti da immagini shock

I consigli di Claudia Spadazzi, nota psicanalista, per evitare che la violenza del terrorismo non generi ripercussioni nella psiche dei bambini: non lasciarli soli, parlarne e ridurre il tempo davanti ai media.

Berlino, psicanalista: i bambini vanno protetti da immagini shock

Se gli adulti possono avere ripercussioni a livello psicologico quando assistono alla violenza del terrorismo, come in questi giorni a Berlino, tanto più i bambini e gli adolescenti che in genere sono più suggestionabili. Queste fasce d’età vanno protette da qualsiasi immagine scioccante e da qualsiasi informazione che non sia mediata dall’adulto.

A tal proposito Claudia Spadazzi, psicanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) afferma anche che “L’irruzione della violenza terroristica nella quotidianità, in particolare durante i preparativi della festività più importante della cultura occidentale ha lo scopo prestabilito di ingenerare paura, dolore, incertezza, sfiducia nelle istituzioni, nel proprio Paese, nella propria cultura“.
Chi è stato direttamente colpito dalla violenza, chi l’ha vissuta da vicino può subire un trauma grave, che in alcuni casi può diventare un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress, capace di causare sequenze che possono durare anni, così come succede ai militari che sono stati coinvolti in azioni di guerra.

Purtroppo le conseguenze di una violenza vista o ascoltata attraverso i media genera malessere non solo a chi la vive in prima persona ma anche a chi è più lontano, in particolare bambini e adolescenti, questo quanto afferma sempre la psicanalista Spadazzi.

I consigli della psicanalista sono molto semplici e basilari. I bambini vanno protetti prima di tutto riducendo il più possibile l’esposizione a quanto i media propongono: immagini che mostrano violenza, atti terroristici, sangue, sofferenza, lamenti, morti. Il secondo consiglio è quello di evitare che i bambini e gli adolescenti siano soli durante la visione di queste immagini, se l’adulto è presente il pericolo si relativizza, ciò permette di contenere l’ansia e il dolore provocato dalle informazioni viene condiviso. Il terzo consiglio è quello di spiegare quanto accaduto, con calma, facendo notare la rarità degli episodi, cercando di rassicurare e di infondere fiducia nei confronti dell’umanità e nel futuro.

Se la persona, adulto o bambino che sia, non dorme o dorme male a causa di incubi e brutti sogni, se manifesta un’ansia generalizzata non legata a motivi contingenti, allora la salute psichica è a rischio, questi non sono che campanelli d’allarme.

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