Università, tagli per 75 milioni

L'allarme arriva dall'Associazione dei Dottori di ricerca che denuncia i piani del governo

Università, tagli per 75 milioni

Allarme tagli all’istruzione. Secondo l’Associazione Dottorandi e Dottori di ricerca (Adi), il provvedimento di spending review emanato dal governo toglierebbe 75 miloni all’università per il 2014 e 2015. Qualora queste cifre dovessero essere confermate, il Pd risulterebbe incoerente con le frequenti dichiarazioni di sostegno alla cultura.

“Finalmente Matteo Renzi ha gettato la maschera sull’Università dimostrando di ritenere la formazione accademica una delle prime voci di bilancio da tagliare”, attacca l’Associazione.
Dei 75 milioni tagliati, 30 vengono sottratti per il 2014 al Fondo di Finanziamento Ordinario e 45 per ogni anno a partire dal 2015. “L’annunciata revisione della spesa pubblica -spiega l’Adi- si risolve nell’ennesima riduzione di risorse da destinare a Università ed Enti di Ricerca, gettando una grave ipoteca sulle possibilità di sopravvivenza della ricerca in Italia”. Tempo fa il ministro per l’Istruzione, Stefania Giannini aveva detto che i fondi per le università non avrebbero subito tagli lineari. Queste parole però sembrano non corrispondere alla realtà, almeno secondo l’Associazione Dottorandi che le “definisce tragicomiche”.

 Da sempre il Partito democratico ha esaltato la cultura e la ricerca, dicendo che sono settori strategici e meritevoli di attenzione. All’epoca del governo Berlusconi, tutto il centrosinistra si è schierato contro i tagli previsti dalla riforma Gelmini. Anche con Mario Monti si è sempre detto contrario ai tagli all’istruzione. Oggi però con Matteo Renzi alla guida dell’Esecutivo, sembra che l’opinione sia cambiata. Per l’Adi  la realtà è ben diversa “e di fatto si continua ad non ritenere il sistema della formazione e della ricerca pubbliche una risorsa centrale per lo sviluppo del Paese e per un’uscita alternativa dalla crisi economica”. Per il nostro paese i ricercatori rappresentano un orgoglio, tanto che in una recente classifica 55 studiosi italiani risultano tra i più brillanti del mondo. Ciò nonostante la politica continua con i tagli, mandando nel peggio un settore sempre più impoverito.  “Crediamo che la vera risposta alla crisi economica attraversata dal Paese-conclude l’Adi in un comunicato- non consista in provvedimenti estemporanei dal retrogusto propagandistico, ma nel rilancio del sistema della formazione e della ricerca pubblica, unica strategia credibile e di lungo periodo per l’uscita dall’emergenza”.

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