Tagli stipendi politici, D’Anna: "No, è già difficile vivere con 5.000 euro al mese"

Il senatore Vincenzo D'Anna si è scagliato contro la proposta del Movimento 5 Stelle di dimezzare gli stipendi dei parlamentari: "Siamo personalità, facciamo già fatica a vivere con soli 5.000 euro al mese".

Tagli stipendi politici, D’Anna: "No, è già difficile vivere con 5.000 euro al mese"

Gli stipendi dei politici sono uno dei temi d’attualità più discussi in Italia, specialmente dopo la proposta griffata Movimento 5 Stelle di dimezzare gli emolumenti dei parlamentari, accolta con grande resistenza da parte di numerose istituzioni politiche. In particolare hanno fatto scalpore le frasi pronunciate dal senatore Vincenzo D’Anna (ALA), il quale si è espresso così ai microfoni di Radio Cusano Campus:

E’ una scemenza, è tutta propaganda […] mettere a 2.500 euro lo stipendio dei parlamentari significa che la prossima volta si troveranno in Parlamento cassaintegrati, lavoratori socialmente utili, impiegati delle poste e del catasto. Non ci sarà né un professionista, né un imprenditore, né una personalità che con 2.500 euro al mese accetterebbe di fare il parlamentare“.

Parole che contraltano con dati sanguinosi ed incontrovertibili, che vedono gli stipendi dei parlamentari italiani come i più alti di tutta l’Unione Europea e non solo: uno studio condotto dall’Independent Parliamentary Standards Authority britannico ha evidenziato come il nostro Paese sia in testa alla classifica europea con salari di 120.546 sterline, addirittura superiori a Stati Uniti (114.660) e più del doppio rispetto a Francia (56.815) e Spagna (28.969).

D’Anna però da questo orecchio non ci sente, e rilancia prima attaccando la magistratura (“hanno stipendi altissimi e ferie raddoppiate, ma non destano mai scandalo“) quindi ribadendo che “Con 2.500 euro non ci andrei nemmeno a Roma […] Di Maio faceva lo steward, per lui 2.500 euro sono un buono stipendio, ma per le personalità che sono in Parlamento no“.

Nella sua arringa contro il taglio agli stipendi degli esponenti del Parlamento, il senatore ha menzionato anche i primari di ospedale e gli alti gradi delle Forze Armate: “Prendere la metà di un primario ospedaliero o di un generale dell’Esercito non sarebbe affatto giusto, mi sembra un avvilimento“.

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