Primarie PD: buona affluenza, vince un Renzi "bulgaro" col 70%

Nell'ultima domenica di Aprile, si sono tenute le primarie con cui il Partito Democratico ha scelto il suo nuovo segretario: buona l'affluenza dei votanti (scongiurato il flop), con Matteo Renzi che ha raccolto percentuali bulgare di consenso.

Primarie PD: buona affluenza, vince un Renzi "bulgaro" col 70%

Dopo le polemiche delle ultime ore, relative a pacchetti di schede già votate, infiltrazioni palesi, prossime alleanze elettorali, i 3 sfidanti per la segreteria PD, Matteo Renzi, Andrea Orlando, e Michele Emiliano, si sono affrontati – nell’ultima domenica di Aprile – nelle primarie del Partito Democratico. Ecco come si sono concluse.

Domenica 30 Aprile, dalle prime ore del mattino alle 20 (ed oltre) di sera, si è votato – ieri, in Italia – per le primarie del PD che avevano lo scopo di selezionare il prossimo segretario democratico, successore del dimissionario Matteo Renzi. Secondo quanto emerso verso le 12 del 1° Maggio, e come confermato dagli organi istituzionali del PD, la consultazione ha avuto un ottimo riscontro di pubblico, con la partecipazione di 1 milione 848 mila votanti: meno delle precedenti (2013) consultazioni interne (2,8 milioni di votanti), ma ben al di sopra della quota flop che si temeva, complice anche il ponte del 1° Maggio.

Ad aver stravinto, come da previsioni, è stato il segretario uscente, il fiorentino Matteo Renzi, con una quota di circa il 70.01%. Alle sue spalle si è collocato il ministro della giustizia, Andrea Orlando, con poco meno del 20% (19.50%), mentre il governatore della Puglia, Michele Emiliano, nonostante l’appello alla sinistra del partito, ed ai fuori usciti di Articolo 1/MPD, non è andato oltre il 10% (10.49%).

A risultati acquisiti, Orlando ha fatto le sue congratulazioni a Renzi, mettendosi a disposizione per battere le destre già dalle prossime amministrative, mentre Emiliano ha confermato che, anche questa volta, non uscirà dal partito, volendo combattere dall’interno, e non fidandosi delle prime dichiarazioni di Renzi.

Quest’ultimo, a caldo, ha spiegato che non inizia un secondo tempo ma una vera e propria nuova partita, e che non nascerà un partito personale, dacché le parole del nuovo corso saranno “umiltà e responsabilità”, anche nella composizione di una segreteria “plurale”.

Nel frattempo, a chi paventava sul web una prossima caduta del governo Gentiloni (#Paolostaisereno), Renzi ha replicato spiegando che lavorerà a fianco del governo, dal quale si aspetta molto, specie su materie come Alitalia e legge elettorale, argomento – quest’ultimo – sul quale, in Commissione, memore anche l’appello di Mattarella, si cercherà il dialogo con i pentastellati sulla base di un Italicum corretto con un premio di governabilità meno forte, con soglie di sbarramento meno severe, senza i capilista bloccati. 

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