Mafia, proposta di Alfano: "A Napoli intervenga l’esercito"

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha proposto l'utilizzo dell'esercito per fronteggiare l'emergenza mafia a Napoli: "I reati sono in calo ovunque, ma a Napoli gli omicidi sono in aumento: intervenga l'esercito".

Mafia, proposta di Alfano: "A Napoli intervenga l’esercito"

Proposta dura quella avanzata dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, per tentare di fronteggiare la delicata situazione dell’emergenza mafia a Napoli. Il ministro si è recato nel capoluogo partenopeo solo pochi giorni fa per discutere del problema con la Prefettura locale, ed ha ora lanciato un monito che testimonia quanto lo scenario sia serio.

I reati sono in calo ovunque, ma a Napoli gli omicidi aumentano” ha spiegato Alfano, ricordando che grazie agli sforzi degli agenti di polizia ora “intere generazioni di clan” mafiosi si trovano in carcere. Tuttavia nonostante le vittorie, i reati legati alla mafia non si sono arrestati, anzi il tasso di omicidi risulta essere addirittura incrementato.

Per questo il ministro dell’Interno ha proposto una soluzione radicale, ma non nuova in contesti di questo genere: richiedere l’intervento sul posto dell’Esercito. Esistono precedenti recenti del dispiegamento delle Forze Armate per contrastare i clan mafiosi, come ad esempio le operazioni “Alto Impatto” e “Partenope” avvenute nel 2007 e nel 1997.

Dobbiamo zittire le pistole, l’ho detto anche a Renzi che adesso a Napoli ci vuole l’Esercito” ha sottolineato Angelino Alfano, il quale ha poi spiegato che il contingente Strade Sicure non sia di fatto sufficiente a contrastare adeguatamente l’emergenza.

La proposta di Alfano è stata tuttavia criticata dal procuratore Giovanni Colangelo, il quale ha sollevato dubbi sul ruolo che l’Esercito italiano potrebbe svolgere nella lotta alla camorra: “Non può fare contrasto attivo ai fatti criminosi, né può essere utilizzato per le indagini o mantenere l’ordine“.

L’unica funzione dei militari in questi contesti, secondo il procuratore, è quella di sorvegliare obiettivi sensibili per “liberare” i poliziotti e permettere loro di potersi dedicare ad altre mansioni. Secondo Colangelo infatti, l’unica soluzione percorribile per combattere adeguatamente la mafia è quella di una bonifica sociale del territorio.

La proposta di Alfano è stata tuttavia criticata dal procuratore Giovanni Colangelo, il quale ha sollevato dubbi sul ruolo che l’Esercito italiano potrebbe svolgere nella lotta alla camorra: “Non può fare contrasto attivo ai fatti criminosi, né può essere utilizzato per le indagini o mantenere l’ordine”. L’unica funzione dei militari in questi contesti, secondo il procuratore, è quella di sorvegliare obiettivi sensibili per “liberare” i poliziotti.

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