Lavoro, il Governo cancella il bonus assunzioni. Ecco la nuova strada

Il Governo Renzi ha annunciato lo stop al bonus sulle assunzioni. La strada intrapresa si sarebbe infatti dimostrata poco praticabile, pertanto la Maggioranza ha deciso di puntare sulla produttività.

Lavoro, il Governo cancella il bonus assunzioni. Ecco la nuova strada

Dal Governo sono arrivate alcune importanti dichiarazioni riguardanti il tanto decantato bonus assunzioni, uno dei capisaldi che avrebbe dovuto permettere all’economia di risollevarsi ed alle aziende di poter assumere nuovi lavoratori con tutti gli sgravi fiscali annessi, nel tentativo di combattere la disoccupazione.

La mancanza di lavoro per i giovani in Italia è infatti diventata una costante preoccupante, al punto da avere ormai assunto tutti i crismi della piaga sociale in piena regola. In questo contesto critico, il bonus alle assunzioni sarebbe dovuto rappresentare uno strumento utile ad incrementare l’occupazione, stimolando le aziende ad assumere entro determinati parametri.

Purtroppo però in Italia fatta la legge, trovato l’inganno. Tant’è che anche questa iniziativa, così come già successe con la soppressione dei contratti a tempo determinato (subito sostituiti da contratti di collaborazione e voucher, anziché da contratti a tempo indeterminato), ha finito col rivelarsi uno specchietto per le allodole.

Così Il Governo ha infine deciso di cambiare rotta e puntare tutto sulla produttività, come spiegato dal premier Matteo Renzi citato da Repubblica. Le aziende italiane secondo il Primo Ministro: “sono alla finestra, in attesa di capire dove tira il vento dell’economia. Preferendo nel frattempo contratti a breve o brevissimo termine“.

Ecco perché il Governo è ormai pronto a fermare gli incentivi, puntando su un’altra carta: quella della produttività, ferma da oltre un ventennio“. La strategia che la Maggioranza ha deciso di adottare sarà divisa in due fasi: innanzitutto nella prossima legge di bilancio verrà attuata una detassazione sui premi aziendali, in modo tale da incentivare le aziende a favorire i lavoratori più efficienti.

In secondo luogo, al termine della sessione di bilancio in parlamento, dunque entro gennaio, il Governo interverrà per mettere la parola fine alla querelle sulla riforma della contrattazione, qualora Confindustria ed i sindacati non dovessero essere riusciti a raggiungere un accordo nei tempi prestabiliti. Il tutto, si è affrettato a specificare Renzi, senza toccare i contratti nazionale e territoriale, ma solamente quelli aziendali.

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