Il programma di Berlusconi: via il bollo sull’auto

Berlusconi apre la campagna elettorale ed espone il programma: oltre l’abolizione del bollo sull’auto, pensione alle mamme, la fat tax al 23-25% con criteri di progressività e la seconda moneta nazionale che si affianca all'euro.

Il programma di Berlusconi: via il bollo sull’auto

Ad Ischia Silvio Berlusconi apre la campagna elettorale di Forza Italia. Ecco i punti focali dei “rami dell’albero della libertà”: dato che in Italia un italiano su quattro è povero – quindi il dato di fatto è che ci sono 10,4 milioni di italiani che non hanno introiti sufficienti – è lo Stato che deve pagare la differenza.

Innanzitutto, Silvio Berlusconi chiarisce il primo punto strategico dell’eventuale governo di centrodestra dicendo che, se avrà in mano il Paese, farà la riforma costituzionale obbligando chi viene eletto ad avere un vincolo di mandato. L’obiettivo di questa riforma costituzionale è proprio quello di evitare i continui cambi del Presidente del Consiglio mantenendo lo stesso Governo in carica.

Il Cavaliere pretende, così, le dimissioni dell’eventuale Presidente del Consiglio che si trovi in conflitto con il movimento che lo ha eletto. A suo parere, gli italiani assistono da troppo, inermi, a questi cambi di “giacca” all’interno del movimento eletto e governante al momento.

Ecco la sua propaganda elettorale per riuscire a farlo dove a far padrona è la componente economica: pensioni a 1.000 euro al mese per 13 mensilità e integrazioni al reddito per chi guadagna meno di 1.500 euro, diminuire le tasse e quindi riorganizzare lo Stato ed applicare “la formula dell’equazione del benessere”, l’introduzione della flat tax tra il 23 e il 25% con criteri di progressività e l’abolizione di una serie di tasse ingiuste come quelle che gravano sulla prima casa, sulla successione e sulla donazione, l’Irap ed il bollo sulla prima auto, l’abolizione definitiva vera e propria di Equitalia e tetto di 8.000 euro per la spesa in contanti.

Meno tasse è sempre stata la” religione laica” di Silvio Berlusconi dal lontano 1994. Inoltre, per Berlusconi, la moneta unica è un male per l’Italia e, quindi, pensa serva una seconda moneta nazionale da affiancare all’euro. Ad esempio, nel dopoguerra ci furono le Am-lire e la lira non ne venne intaccata. Il Cavaliere spiega, appunto, che per uscire dalle crisi bisogna stampare nuova moneta.

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