I parlamentari italiani sono i più pagati d’Europa?

L’inchiesta di Euronews, in collaborazione con Chris Harris, ha mostrato le differenze tra gli stipendi di onorevoli e senatori dei parlamenti europei. Ecco chi è in vetta come il più pagato.

I parlamentari italiani sono i più pagati d’Europa?

Nessuna sorpresa, i parlamentari italiani si trovano in vetta alla classifica dei salari medio nazionali, risultando addirittura percepire cinque volte tanto la media. Dopo due legislature in cui si è cercato di tagliare gli stipendi a deputati e senatori italiani, la situazione risulta ancora invariata. Nonostante in molti si siano dichiarati favorevoli alla così detta “sforbiciata”, dalla commissione incaricata dal premier Mario Monti nel 2012, non si è ancora concluso nulla di concreto.

Marco Palombi, giornalista del Fatto, ha dichiarato a suo tempo a euronews che “se il costo totale di un parlamentare italiano è più o meno simile a quello degli altri grandi Paesi europei a fare la differenza è la parte dei rimborsi che in Italia non devono essere rendicontati e che sono introiti esentasse”. Alludendo al fatto che questi stessi rimborsi, se non usati direttamente dal parlamentare, verrebbero a costituire un vero e proprio secondo stipendio.

Parlando di cifre, la busta paga di un parlamentare italiano che considera lo stipendio base sommato alle spese telefoniche e all’esercizio di mandato, ammonta di oltre 160 mila euro annui. Di conseguenza, la busta paga dei senatori sale fino a raggiungere e superare i 172 mila euro all’anno. Non sorprende quindi leggere nel sito del Senato che ” in tutti gli ordinamenti ispirati alla concezione democratica dello Stato è garantito ai parlamentari un trattamento economico adeguato ad assicurarne l’indipendenza“.

In Italia questo “problema” rimane senza soluzione. Basti pensare che qualche anno fa, alla proposta di ridurre il costo dei parlamentari da parte del deputato di Scelta Civica, Stefano d’Ambruoso, si è visto ricevere una risposta pubblica negativa che si giustificava dicendo che, per selezionare un personale politico di qualità, fosse necessario essere consapevoli del fatto che “anche il talento ha un prezzo”.

Nonostante qualche voce fuori dal coro, ad esempio il Movimento 5 Stelle, che pone, senza successo, come uno dei propri obiettivi il taglio degli stipendi parlamentari, la grande maggioranza continua a rimanere ostile ad un abbassamento dei profitti. Come rimangono contrari anche a proposte alternative di retribuzione che potrebbero considerare aspetti quali la meritocrazia.

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