Berlusconi rilancia Forza Italia e rompe con Alfano

L’ufficio di Presidenza blocca le attività del Pdl e vota il ritorno al vecchio nome, con l’azzeramento di tutte le cariche. Il vicepremier diserta l’incontro, ma evita strappi

Berlusconi rilancia Forza Italia e rompe con Alfano

Il Pdl chiude i battenti per far spazio di nuovo a Forza Italia. Lo ha deciso l’ufficio di Presidenza del partito, che ha sospeso l’attività e azzerato tutte le cariche, assegnando tutti i poteri a Silvio Berlusconi.
“Forza Italia è il Movimento a cui tanti italiani hanno legato e legano tuttora la grande speranza di realizzare una vera rivoluzione liberale e di contrastare l’oppressione giudiziaria, l’oppressione burocratica, l’oppressione fiscale”, si legge in un comunicato diramato al termine dell’assemblea.

Ma, per ora, non ci sarà nessuna sfiducia al governo Letta. “I nostri rappresentanti di governo, a cui continueremo a dare il nostro sostegno, nel rispetto degli impegni programmatici assunti al momento dell’insediamento”, si legge ancora nel comunicato, “e i nostri deputati e  senatori sono impegnati a contrastare ogni iniziativa che vada nella direzione opposta e a proporre efficaci misure per la ripresa della nostra economia in sintonia con le altre economie dei paesi membri dell’Unione europea”.

Berlusconi però, al termine dell’incontro ha anche fatto capire che il nodo della sua decadenza non è sciolto, sottolineando che sarà “molto difficile continuare a collaborare con un alleato con cui si siede in consiglio dei ministri ma che si basa su una sentenza frutto di un disegno preciso di certa magistratura”.

All’assemblea non ha partecipato il vicepremier Angelino Alfano, il quale ha chiesto, e ottenuto, di parlare con Berlusconi prima del vertice e ha riunito a Palazzo Chigi i ministri pidiellini, tentando fino all’ultimo di convincere il Cavaliere a frenare sulla formazione di un partito “estremista”, apertamente ostile al governo Letta (malgrado le rassicurazioni del documento finale).

Il suo tentativo, però, non ha avuto successo e, per questo motivo, il vicepremier ha deciso di non prendere parte all’ufficio di Presidenza, di comune accordo col Cavaliere, che ha dichiarato: “E’ stato forse meglio che Alfano e i dissidenti, avendo delle cose da chiarire, non partecipassero e l’hanno fatto col mio consenso. Ho incontrato per tre ore Alfano e i ministri, non ho preoccupazioni di continuare tutti insieme. Ci sono incomprensioni che sono tutte di tipo soltanto personale. Si tratta di una patologia di ogni partito politico dove dopo tanti anni in tanti hanno ambizioni e tutto questo porta a possibili contrasti che sono sicuro saranno sanati”. Poi il Cavaliere ha aggiunto: “Ho stima e amicizia e anche per chi in buona fede ha ritenuto di dissentire rispetto a maggioranza. Alfano gode del mio affetto, amicizia e stima. Credo che potrà essere ancora lui il mio successore”.

Appuntamento dunque all’8 dicembre, giorno in cui si riunirà il consiglio nazionale di Forza Italia (lo stesso giorno delle primarie del Pd) e si vedrà realmente chi ha la maggioranza nel partito.

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