Beppe Grillo attacca la RAI di essere una TV ‘fascista’

Il leader del Movimento 5 Stelle, dal suo blog, scaglia accuse pesanti contro l'emittente di Stato italiana e poi lancia la campagna con l'hashtag #iospengolarai denunciando le presunte irregolarità degli spot Rai.

Beppe Grillo attacca la RAI di essere una TV ‘fascista’

Quelle del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, non sono certo parole da prendere alla leggera, quando dal suo blog ha pubblicato un post nel quale afferma che l’emittente radiotelevisiva italiana, la Rai, è “diventata una televisione fascista che censura su tutti i tg le notizie scomode per il governo che ne ha nominato i vertici come in Polonia. Se la paghi il Pd con i suoi rimborsi elettorali. Possono costringerci a pagarla infilandola in bolletta, ma non possono costringerci a guardarla“.

Sono queste le parole dell’invettiva di Grillo contro la Rai, che coglie l’occasione per rilanciare la campagna contro la visione delle reti di Stato mediante l’hashtag #iospengolarai, al fine di boicoyttare la visione delle reti da parte del pubblico. Inoltre Grillo, nella sua invettiva, denuncia la RAI di non aver parlato di vicende di cronaca che potrebbero essere state ‘scomode’ per il Governo, calvando così la mano sulle vicende di Quarto e del sindaco della cittadina della provincia di Caserta.

In particolar modo Grillo ha accusato la Rai di aver censurato una notizia che riguardava il sindaco di Brescello, sostenuto dal PD, elogiatore dei boss della ‘ndrangheta che si è dimesso dopo le pressioni fatte dal blog dello stesso Grillo. Inoltre, continua Grillo, ci sarebbe un’altra notia sulla quale la RAI avrebbe glissato, ovvero che si è scoperto che il sindaco, anch’egli del PD, di Reggio Emilia attualmente viva in una casa comprata dal crotonese Francesco Macrì, imputato per associazione alla ‘ndrangheta.

A queste pesanti accuse ha risposto, però, il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi (anche lui del PD), che risponde a tono alle accuse di Grillo infatti, come afferma Anzaldi, la Prima Commissione di Vigilanza RAI è presieduta dai pentastellati e che, qualora notate irregolarità, avrebbero anche potuto far sentire la loro voce. Questo non c’e stato quindi, secondom Anzaldi, le accuse restano soltanto un polverone mediatico.

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