Alfano jr e Poste: 200mila euro all’anno e nemmeno un atto firmato

E’ il particolare “record” fatto registrare dal fratello minore del Ministro Angelino Alfano. Il fatto è emerso dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza a carico di Alessandro Alfano, in merito alla sua rapida ascesa all’interno di Poste Italiane.

Alfano jr e Poste: 200mila euro all’anno e nemmeno un atto firmato

E’ il particolare “record” fatto registrare dal fratello minore del più famoso e potente Ministro Angelino Alfano. Il fatto è emerso dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza a carico di Alessandro Alfano, in merito alla sua “folgorante” carriera all’interno di Poste Italiane.

Il rapporto della Guardia di Finanza, recentemente presentato alla Corte dei Conti, parla di quattro anni in Poste, il periodo esaminato va dal 2013 al 2016, e nemmeno un atto o un documento firmati dal Dirigente Alessandro Alfano.

L’indagine riguarda sia l’assunzione che i fulminei avanzamenti di carriera del giovane “fratello d’arte”, nel corso degli ultimi quattro anni.

Dopo una laurea triennale in Economia conseguita a 34 anni, ecco l’assunzione immediata come Dirigente in Postecom con uno stipendio da 160mila euro lordi all’anno. Solo qualche mese ed ecco il passaggio, a gennaio 2015, ad un’altra società del gruppo, Poste Tributi, con uno stipendio da 180mila euro, ed infine l’ultima promozione con il passaggio, a maggio 2016, a Poste Italiane con ben 200mila euro lordi all’anno di compenso.

La cosa che fa più scalpore non è tuttavia la rapida, quanto comunque sospetta, ascesa di Alfano all’interno di Poste, quanto piuttosto il fatto che in questi quattro anni nessun atto o documento porti la firma del neo-dirigente, appositamente assunto per carenze di organico ai livelli dirigenziali.

Il sospetto avanzato dalla Guardia di Finanza è dunque che, alla base dell’assunzione e delle promozioni di Alessandro, ci sia il “peso” politico del più famoso fratello Angelino, esercitato tramite conoscenze all’interno di Poste Italiane, in particolar modo nei riguardi dell’allora Amministratore Delegato Massimo Sarmi.

Tali sospetti pare siano stati confermati nelle indagini attraverso le parole del più stretto collaboratore di Sarmi, Claudio Picucci, secondo il quale Sarmi era perfettamente a conoscenza del fatto che Alessandro Alfano fosse il fratello del Ministro. Parole confermate anche da un’intercettazione a carico del faccendiere – pare anche lui vicino al Ministro Angelino Alfano – Raffaele Pizza, nella quale si vantava di aver facilitato, attraverso le sue conoscenze, l’assunzione di Alessandro Alfano all’interno di Poste Italiane.

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