Giappone: arrivano i corsi per piangere

In Giappone spuntano i corsi per imparare a piangere. Sebbene la cultura giapponese vieti il piangere in pubblico, secondo una nuova corrente sostenta da Takashi Saga piangere farebbe bene più delle risate

Giappone: arrivano i corsi per piangere

Nonostante la cultura giapponese non veda di buon occhio il piangere in pubblico, si stanno sempre più diffondendo i corsi per piangere. In Giappone infatti piangere in pubblico sarebbe vietato in quanto segno di debolezza non visto di buon occhio dalla loro rigida cultura, ma secondo una nuova scuola di pensiero piangere sarebbe addirittura salutare. E non mancherebbero i partecipanti, infatti, sono sempre più numerose le persone che per curiosità o per necessità parteciperebbero a questi eventi.

Il principale sostenitore di questa teoria è Takashi Saga, il quale si definirebbe un “sommelier del pianto”. Il signor Saga sosterrebbe che piangere scaricherebbe lo stress meglio di una risata, essendo una risposta del tutto naturale a uno stato emotivo, anzi mentre la risata darebbe solo un sollievo momentaneo, il pianto produrrebbe un effetto rilassante che durerebbe per giorni. Il pianto fa bene sia alla salute fisica che mentale.

Questa affermazione ha un fondamento anche scientifico, difatti secondo William Frey, biochimico dell’università del Minesota, le lacrime del pianto per sfogo sarebbero ricche di corticotropina e prolattina, ormoni che aumenterebbero nelle situazione di stress, e di manganese che sarebbe presente in concentrazioni elevate nei cervelli dei depressi. Il pianto ci aiuterebbe a buttar fuori queste sostanze dannose per l’organismo e inoltre ridurrebbe il rischio di malattie a carico dell’apparato circolatorio e del cervello.

Ma come si svolgono questi corsi? E come si fa a far piangere qualcuno a comando? Durante le lezioni le persone coinvolte vengono immerse in situazioni commoventi, come la visione di un video, l’ascolto una canzone o il racconto di una storia. Tutti questi mezzi hanno lo scopo di scatenare una forte reazione emotiva che sfocerebbe in un pianto ristoratore. Ed è raro che non sia così, anche nei più scettici una piccola lacrima di commozione spunta sempre.

Anche se le più predisposte a pianto sarebbero le donne, tutti i partecipanti a fine corso hanno ammesso di sentirsi meglio e di essere soddisfatti del risultato, meno stressati e meno preoccupati dei loro problemi quotidiani. Lo stesso Takashi afferma che tutte le persone che si sono sfogate con un bel pianto al termine del corso se ne vanno con un sorriso.

Continua a leggere su Fidelity News