Lo mandano a casa dal lavoro per i pantaloncini attillati, lui ritorna così (1 / 2)

Lo mandano a casa dal lavoro per i pantaloncini attillati, lui ritorna così

La vita di un lavoratore dipendente difficilmente è rose e fiori. I problemi possono essere moltissimi, primo tra tutti la mancanza di gratifiche e la continua lotta per riuscire a farsi riconoscere anche solo un euro in più, mentre dall’altra parte si fa di tutto per tagliare le spese. Inoltre anche il rapporto con i colleghi può non essere idilliaco, ma lo scenario peggiore è senza dubbio quello in cui ci ritroviamo a lavorare con un boss dispotico o incompetente; o ambedue.

Certo ci sono molte persone che purtroppo si trovano ogni giorno a dover sottostare agli ordini ed ai capricci di titolari o supervisori con un carattere scontroso e belligerante, o talmente stressati e fiscali da sembrare delle vere e proprie macchiette. Una delle raccomandazioni più frequenti che vengono fatte sul posto di lavoro è indubbiamente quella relativa all’abbigliamento, che spesso si richiede essere “consono ad un ufficio” anche quando il contatto con il pubblico è esattamente zero. Una paranoia che, oramai è risaputo, se portata all’estremo abbatte drasticamente la soddisfazione degli impiegati e la produttività.

Omogeneizzare tutto non è infatti la scelta migliore poiché, sebbene un tempo si riteneva che limitare le libertà personali e dare a tutti i dipendenti delle regole precise potesse aumentare il loro rendimento sul posto di lavoro, al giorno d’oggi diversi studi hanno dimostrato che un dipendente felice è un dipendente più produttivo (e viceversa). Insomma, delle piccole concessioni rispetto al rigido modello “anni ’70” possono solo far bene ad un’azienda, ma il boss di Joey Barge evidentemente non la pensa così.