Questa pianta velenosa può rendere ciechi. Ed è stata scoperta anche nei parchi d’Italia

La panace di Mantegazza è una pianta velenosa presente anche in alcune regioni italiane. In questi giorni è scattato l'allarme a causa della sua alta tossicità: ecco quali danni può causare.

Questa pianta velenosa può rendere ciechi. Ed è stata scoperta anche nei parchi d’Italia

Una pianta velenosa è arrivata in Italia, e può causare forti ustioni arrivando addirittura a provocare cecità permanente. E’ questo l’inquietante messaggio che, oramai da qualche giorno, sta infestando le pagine di numerosi quotidiani web italiani. Ma di che pianta si tratta? E soprattutto, l’allarmismo è veramente giustificato in questo caso?

Il temibile arbusto è conosciuto con il nome di Panace gigante, o Panace di Mantegazza (nome scientifico Heracleum mantegazzianum), ed è effettivamente uno degli esemplari floreali presenti sul suolo italico con il quale, chi lo conosce, non vuole assolutamente avere a che fare.

Questa pianta velenosa può raggiungere i tre metri d’altezza, ed è normalmente presente in luoghi particolarmente soleggiati, dove può ottenere tutto il nutrimento di cui necessita per poter crescere rigogliosa. Ma cosa la rende così pericolosa per l’uomo? Il segreto della sua tossicità risiede nella sua linfa.

La linfa della panace di Mantegazza è infatti in grado di provocare ulcere e cicatrici permanenti, e poche gocce negli occhi possono essere sufficienti a causare cecità anche permanente. In sostanza, è sufficiente toccare la pianta e poi sfregarsi le palpebre per arrivare a provocare danni irreparabili.

Ciò è dovuto ai derivati furocumarinici presenti nella linfa del vegetale, così come nel tronco, nelle foglie, nei fiori e nei semi. Questi agenti, previa esposizione ai raggi UV (dunque anche alla semplice luce del sole) sono in grado di penetrare nel nucleo stesso delle cellule epiteliali, uccidendole.

Ma perché l’allarme è scattato proprio ora? La questione in realtà è molto semplice: la Panace di Mantegazza è una pianta invasiva, originariamente presente nel Caucaso, che venne introdotta in Italia a scopo ornamentale. La sua natura infestante le ha però permesso di riprodursi e proliferare in alcune zone incolte, prevalentemente a ridosso di prati e corsi d’acqua.

In particolare è nel Nord Italia che la sua presenza è stata accertata: segnalazioni confermate di esemplari di Panace gigante sono arrivate dalla Lombardia (Val Seriana), dal Piemonte, dalla Valle d’Aosta, dalla Liguria, dal Trentino e dal Veneto.

L’allarme dunque non è totalmente ingiustificato. Anche la spiegazione del perché sia esploso proprio ora è altrettanto intuitiva: la Primavera è il periodo in cui si registrano i maggiori casi di lesioni ed intossicazioni dovuti a questa pianta velenosa, pertanto siamo in piena “stagione di avvertimenti“.

In caso di contatto, gli esperti di botanica consigliano di lavare abbondantemente la pelle con acqua e sapone, e recarsi immediatamente al pronto soccorso. Nel corso del periodo di degenza, potrebbe essere necessario evitare l’esposizione diretta ai raggi solari per giorni, se non addirittura per intere settimane, a seconda della gravità del caso.

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