Napoli, all’altare con il cane. Il prete la caccia in malo modo

Una donna si presenta il giorno del suo matrimonio - all'altare - con il proprio cane, ed il prete la caccia in modo assai brusco dalla chiesa, proprio per la presenza del quattro zampe durante la cerimonia.

Napoli, all’altare con il cane. Il prete la caccia in malo modo

Non tutti coltivano il rispetto e la sensibilità verso gli animali allo stesso modo: in alcuni casi, purtroppo, c’è chi non mostra la minima sensibilità verso di essi. La storia che ci giunge da San Giuseppe a Chiaia, un paese dell’hinterland di Napoli, è l’emblema di questo stato dei fatti.

La sposa di questo paese del napoletano aveva la seria intenzione di presentarsi all’altare, il giorno del suo matrimonio, con il cane, ovvero l’affetto più grande di cui lei potesse disporre, secondo i pensieri ed i sentimenti della promessa sposa. Fatto sta che questa proposta singolare, quanto ben motivata, non ha convinto affatto il parroco della parrocchia di San Giuseppe a Chiaia, il quale ha avuto una reazione piuttosto singolare quanto sopra le righe, e del tutto immotivata, perché espressa da un prete senza un minimo di riguardo verso l’animo della sposa.

Il parroco non si è affatto espresso con termini gentili, e sebbene si possa pensare che siano stati gli sposi o i loro parenti ad esprimere questa impressione, è stato lo stesso parroco, don Franco Rapullino, ad aver reso pubblico questo fatto, durante un’omelia domenicale a tutti i parrocchiani presenti alla cerimonia.

Il parroco non ha nascosto le proprie responsabilità durante la predica, dicendo anche pubblicamente che ha cacciato il cane durante la cerimonia del matrimonio, ma ha riferito a tutti che la sua reazione non è stata delle migliori e che, dopo questo avvenimento, è stata necessaria per lui una confessione, perché ha avuto parole poco gentili e non consone per un parroco.

Sicuramente, la sposa e la sua famiglia non hanno preso bene queste parole, tanto che lo stesso don Franco ha ammesso che, secondo lui, quella famiglia non tornerà a messa nella sua parrocchia.

Il fatto grave è che il parroco si sia espresso senza quel rispetto che si deve alla sensibilità ed all’affetto che altre persone possono avere, in modo diverso e maggiore, verso i cani, dote che il parroco non ha sicuramente espresso in questa storia.

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