Gatto con una malformazione ha ora due protesi

Per un gatto, nato con una grave malformazione alle zampe, sono state create delle protesi appositamente per lui, fatte per muoversi con agilità alla scoperta del mondo circostante.

Gatto con una malformazione ha ora due protesi

Per un povero gatto di nome Watson, esemplare di micio dal pelo bianco e con chiazze arancioni, la vita non è certo iniziata nel migliore dei modi.

Infatti il povero Watson è venuto al mondo con l’ipoplasia radiale, una malformazione congenita molto rara che riporta le zampe anteriori piegate verso l’interno, rendendo i movimenti molto difficoltosi e camminare diventa non un normale movimento, ma un’impresa da svolgersi in ogni momento ed ogni giorno.

Grazie alla sua amica umana, però, il gatto Watson ha avuto una prospettiva del tutto diversa da quella che sarebbe stata nel suo corso naturale se nessuno fosse intervenuto sulle sue povere zampe. Melanie Musnak non si è arresa al fatto che il suo gatto si sarebbe ritrovato con le zampe gravemente malformate e fin dal primo giorno ha cercato una soluzione per alleviare le sofferenze di Watson.

Melanie racconta che per Watson ogni movimento rappresentava un istante di difficoltà e di pericolo, perchè continuava ad inciampare e cadere. Melanie è troppo innamorata del suo gatto speciale, perciò ha trovato una soluzione.

Vivere con Watson risultava ogni giorno più difficile, ma grazie alla soluzione trovata per lui da un centro speciale di medici per animali, l’Animal Orthocare di Sterling negli Stati Uniti, sono arrivate delle protesi speciali fatte appositamente per lui che lo aiutano a muoversi in modo quasi normale, ridandogli una vita degna.

Watson, inoltre, sta seguendo un periodo di riabilitazione con la dottoressa Christina Cole, la quale sta insegnando a Watson a muoversi in modo normale e corretto, dandogli la possibilità di muoversi in modo del tutto autonomo all’interno della propria abitazione, dando alla sua padrona Melanie molto sollievo, per poter passare un’esistenza felice.

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