Uno dei problemi più grandi che affligge il commercio internazionale è rappresentato dalla contraffazione dei capi. Per far fronte a questo tema, la società Field Service ha condotto un’indagine nell’ambito del progetto “Io sono originale” promosso dal Ministero dello Sviluppo e dalle associazioni dei consumatori. I risultati di questa ricerca sono stati presentati in occasione di quella che è stata ribattezzata la “Settimana Anticontraffazione”.
Da questa ricerca emergono una serie di dati che permettono di fornire un quadro più dettagliato del fenomeno. Innanzitutto i giovani hanno un’ottima conoscenza di tutto quello riguarda il concetto di proprietà intellettuale. Le percentuali di giovani che conoscono cosa siano i loghi, i marchi, il design creativo e le invenzioni oscilla a seconda dei casi tra l’80% e il 96%. L’88,4% afferma addirittura che sia giusto tutelarli giuridicamente.
Il 92% dei giovani è d’accordo nel considerare reato la contraffazione di un prodotto industriale protetto da marchio o brevetto. Eppure il 50% degli stessi giovani ha ammesso di comprare consapevolmente dei prodotti contraffatti. La ragione? A quanto pare il risparmio, ma soprattutto perché la merce taroccata negli ultimi anni ha conosciuto un notevole miglioramento qualitativo. Diventa così sempre più difficile distinguere il falso dall’originale.
In cima ai prodotti contraffatti più acquistati troviamo gli accessori di pelletteria (27,4%) seguiti dall’abbigliamento (26,8%), cd/dvd (21,9%), occhiali (19%), scarpe e gioielli (13,4%) e giocattoli (10%). Tra le ultime posizioni troviamo gli alimentari (5,8%) e i cosmetici (5,8%). Predominano quindi le repliche mendaci dei prodotti simbolo delle più popolari luxury brand e delle più celebri griffes d’alta moda.
Positivo è invece il dato relativo alla reiterazione dell’acquisto dei tarocchi. Il 61,4% di chi li acquista ha dichiarato di aver comunque diminuito la frequenza. L’aumento si è registrato invece solo nel 2,9% dei casi. Inoltre confrontandosi con i giovani, è emerso che le multe non generino un gran potere deterrente all’appeal del falso. Dove bisognerebbe far leva è l’aspetto qualitativo. Laddove si riuscisse a dimostrare le differenze esitenti tra l’originale e la copia, a quel punto ci troveremmeo di fronte ad un potente disincentivo all’acquisto del tarocco.