David Foster Wallace, a 5 anni dalla morte, due libri per ricordarlo

Nel giorno del quinto anniversario della morte dello scrittore statunitense, escono in Italia due libri sull’autore: una biografia e una raccolta di interviste

David Foster Wallace, a 5 anni dalla morte, due libri per ricordarlo

Era il 12 settembre del 2008 quando lo scrittore americano David Foster Wallace si suicidò nella sua casa a Claremont, in California. Fu trovato impiccato nel patio dalla moglie Karen Green, da tempo preoccupata per la salute del compagno, più volte ricoverato a causa dei suoi scompensi emotivi.

Un’inquietudine che ha caratterizzato l’intera esistenza di David Foster Wallace, sin dai primi anni dell’università, periodo in cui l’autore si è avvicinato alla scrittura e che, nonostante il rapido successo della critica, non gli ha impedito di togliersi la vita.

Un autore amato e criticato, portavoce della cultura pop, che seziona e analizza in modo maniacale, senza pregiudizi di sorta, chiedendo al lettore di crearsi un’idea negandogli un giudizio anticonformista e preconfezionato.

Quello di David Foster Wallace è uno stile capace di affrontare qualunque tematica, con una visione acuta da cui traspare la fisionomia di un intellettuale curioso e appassionato, lucidamente critico rispetto a se stesso e alla realtà contemporanea, malgrado il suo devastante malessere interiore.

Di David Foster Wallace ricordiamo il romanzo d’esordio “La scopa del sistema”, la raccolta di racconti “La ragazza dai capelli strani” e l’odissea fantascientifica di “Infinite Jest”, grazie alla quale fu consacrato come il figlio della grande narrativa postmoderna e sperimentale.

Ma torniamo ad oggi, 12 settembre, giorno del quinto anniversario della morte di David Foster Wallace, per parlare dell’uscita due libri importanti: la biografia dello scrittore firmata dal giornalista D.T. Max, “Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi“, edita da Einaudi e, fresco di stampa per Minimun Fax, la raccolta di interviste e conversazioni “Un antidoto contro la solitudine“, in cui si ritrova tutta la sua acuta e commovente capacità di raccontare le contraddizioni del nostro tempo.

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