Weekend di tre giorni? Più benessere e meno spreco di energie

Secondo quanto riportato sulle colonne dell’Indipendent, ridurre di un giorno la settimana lavorativa oltre ad avere delle conseguenze positive sulla salute dei lavoratori diminuirebbe anche il consumo di energia.

Weekend di tre giorni? Più benessere e meno spreco di energie

Non c’è che dire, il week-end di tre giorni sarebbe il sogno per molti se non di tutti. Un giorno di riposo in più garantirebbe maggior tempo libero da dedicare alla propria famiglia e ai propri interessi. Ma non solo.

Secondo quanto riportato sulle pagine dell’Indipendent, oltre a migliorare il nostro benessere, una settimana lavorativa di quattro giorni permetterebbe di ridurre il consumo dell’energia a tutto vantaggio dell’ambiente.

Il quotidiano britannico sarebbe arrivato a questa conclusione traendo spunto da una discussione tra due economisti, David Rosnick e Mark Weisbrot. “Con una settimana lavorativa di 4 giorni, verrebbero evitati moltissimi trasporti da casa al lavoro, così come verrebbero ridotti gli utilizzi di energia elettrica nei luoghi di lavoro”.
Insomma, una settimana di lavoro più corta potrebbe abbracciare la causa di una economia più “green”.

Ad ogni modo non sarebbe una proposta del tutto inedita. Già nel 2007 lo stato dello Utah aveva ridefinito l’orario di lavoro degli impiegati pubblici, aumentando le ore di servizio prestate dal lunedì al giovedì, in modo da poterle compensare con il venerdì libero. In soli 10 mesi questa scelta ha permesso allo Stato di risparmiare circa 1,8 milioni di dollari di spese per energia elettrica. Ne ha beneficiato anche l’ambiente con un risparmio di circa 12.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica. Nonostante un minor dispendio di energia necessaria per il funzionamento dei computer, del riscaldamento, dell’aria condizionata e dell’illuminazione, l’esperimento è stato concluso nel 2011 a seguito delle rimostranze di coloro che lamentavano uno scarso accesso ai servizi pubblici.

L’epilogo poco incoraggiante dello Utah non ha però scoraggiato la riproposizione di simili iniziative altrove. È il caso della Svezia, dove dal 2015 si è intervenuto per ridurre le ore di lavoro. Il provvedimento ha permesso di aumentare la produttività facendo crollare le assenze per malattia.

Secondo quanto sostenuto dall’antropologo David Graeber, una serie di lavori sono parzialmente o quasi totalmente inutili. Le lunghe ore di lavoro determinano spesso un sottoutilizzo degli impiegati a cui non è comunque consentito lasciare il posto di lavoro prima dell’orario prestabilito. Spesso costoro sono valutati più per la quantità di ore che non per la qualità del lavoro prestato. La produttività passa quindi in secondo piano, andando ad aumentare le inefficienze del sistema.

Stando al trend tecnologico attualmente in atto, non è da escludere che in futuro una parte dei lavori saranno assoggettati ad automazione. A quel punto molti posti di lavoro spariranno, e il weekend lungo potrebbe rappresentare non più un sogno, ma una piacevole realtà.

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