Usa: perché il salario minimo non ha effetti rilevanti sull’occupazione?

Uno studio del CEPR analizza l'impatto dei piccoli aumenti di salario minimo sulle prospettive occupazionali negli Usa.

Usa: perché il salario minimo non ha effetti rilevanti sull’occupazione?

John Schmitt è Senior Economist al Center for Economic and Policy Research di Washington. In uno studio di febbraio analizza l’impatto dei piccoli aumenti di salario minimo sulle prospettive occupazionali. Eccovi il Summary del documento, interamente consultabile qui.

L’effetto occupazionale del salario minimo è uno degli argomenti più studiati di tutta l’economia.

La presente relazione esamina la più recente ondata di questa ricerca, grosso modo dal 2000, per determinare le migliori stime attuali dell’impatto degli aumenti del salario minimo sulle prospettive occupazionali dei lavoratori a basso salario. Il peso di tale evidenza porta ad una piccola o nulla risposta in termini occupazionali in presenza di modesti aumenti del salario minimo.

Il report analizza undici possibili adeguamenti all’aumento del salario minimo che possono
aiutare a spiegare perché gli effetti occupazionali misurati sono così  ridotti.

L’evidenza più forte suggerisce che i più importanti canali di regolazione sono: riduzioni nel turnover; miglioramento dell’efficienza organizzativa; riduzioni dei salari dei percettori più elevati (“compressione salariale”), e piccoli aumenti di prezzo.

Considerato il relativamente basso costo per i datori di lavoro di un modesto incremento del salario minimo, questi meccanismi di aggiustamento sembrano essere più che sufficienti per evitare perdite di occupazione, anche per datori di lavoro con una larga quota di lavoratori a salario minimo.

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