Licenziamento su Whatsapp: ora è legale per il Tribunale

Il giudice del lavoro di Catania ha giudicato giusto il licenziamento via sms o Whatsapp. A Genova qualche tempo fa successe la stessa cosa, e fu ritenuto giusto licenziamento.

Licenziamento su Whatsapp: ora è legale per il Tribunale

Da oggi, secondo i tribunali sia del Nord che del Sud, i licenziamenti via messaggi, che siano sms o un messaggio su Whatsapp, sono validi e legali. Nei giorni scorsi infatti, il Tribunale del Lavoro di Catania ha deliberato che è giusto poter licenziare un proprio dipendente usando questi social network, ed il licenziamento via Whatsapp assolva agli oneri di ogni interruzione di rapporto lavorativo che deve rispettare. 

Questa decisione del giudice di Catania che ha deciso di respingere il ricorso di un dipendente dell’agenzia di viaggi di Catania farà probabilmente discutere. Il trentenne dipendente di questa agenzia, dopo un anno e mezzo di lavoro subordinato, si è visto licenziare dall’azienda grazie alla famosa messaggistica di Facebook, e quindi aveva deciso di fare causa proprio per questo motivo, tuttavia è stato inutile. 

Il giudice del Lavoro dice che non esiste nulla su cui obiettare poiché: “La volontà di licenziare è stata comunicata per iscritto alla lavoratrice in maniera inequivoca, come del resto dimostra la reazione da subito manifesta dalla predetta parte” continuando dicendo che per il datore di lavoro non è necessario fare uso di formule sacramentali.  

Fabrizio Daverio, che fa parte dello Studio legale Daverio&Florio, ha parlato su questo argomento, dicendo che l’utilizzo dei social network per licenziare uno dei dipendenti non è una novità e fa solamente parte dei tempi moderni. Già nel 2016 il Tribunale di Genova dovette affrontare il caso di un barista che fu licenziato con questo tipo di sms: “Non faccio più aperitivi, buona fortuna“. 

L’avvocato ha continuato a spiegare che l’sms è: “In definitiva, un documento informatico, sottoscritto con firma elettronica”. Infine l’avvocato conclude dicendo che si dovrebbe distinguere le piccole aziende, dove i social  possono essere una piattaforma di dialogo lavorativo e le società grandi, dove ci sono altri tipi di sistemi informatici e articolate policy di validità delle comunicazioni.

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