Italiano disoccupato da tre anni chiede aiuto come "profugo"

La disperazione porta le persone a compiere dei gesti a volte estremi, sono numerosi gli italiani che per colpa della crisi si sono ritrovati col perdere tutto quello che si era costruito con fatica o semplicemente il proprio lavoro per mantenere la famiglia.

Italiano disoccupato da tre anni chiede aiuto come "profugo"

Lui è uno dei tanti italiani che per colpa della crisi si è ritrovato senza lavoro, si chiama Salvatore Brosco e sedici anni fa ha dovuto lasciare la sua amata Napoli per cercare fortuna a Brescia.

Per qualche anno le cose sembravano andare nel verso giusto grazie alla sua attività di antiquariato ma visto che gli affari non andavano bene ha cominciato come autotrasportatore e poi la crisi gli ha tolto anche quel lavoro e da tre anni è senza occupazione.

Non è facile accettare questa situazione quando si ha una famiglia da mantenere, cinque figli e una moglie, allora cosa fai? Prima richiede gli aiuti che pensa uno stato dovrebbe dargli ma probabilmente non arriva nessuna risposta.

Salvatore non sa più cosa fare per attirare la giusta attenzione che meriterebbe, le tenta tutte e per fortuna non riesce a portare a termine la sua prima ribellione, quella di darsi fuoco in piazza San Pietro a Roma, un’altra volta chissà forse per dimostrare la sua poca fiducia nello stato italiano e i suoi politici dopo essersi messo una divisa arancione simile a quella che contraddistingue i reclusi delle prigioni americane ma con la scritta, prigioniero dello stato, aveva inghiottito una scheda elettorale e si era appostato davanti al tribunale.

In questi giorni il nostro connazionale ne ha pensata un’altra, visto che lo stato non mi da la possibilità di lavorare e non mi da pertanto da mangiare vado dove da mangiare lo danno, non trovando posto in un albergo a Brescia che ospita dei profughi si è spostato a Sulzano e con l’ingenio del napoletano si è presentato in un albergo che ospita una ventina di profughi come semplice cliente dando un breve anticipo della somma dovuta per stare una settimana, ma ora Salvatore pretende di essere trattato alla pari dei profughi se ci sono i soldi per dare da mangiare a chi a torto o a ragione arriva nel nostro paese allora ci devono essere anche per gli italiani che si trovano in difficoltà.

Purtroppo sembra che per un italiano che chiede aiuto c’è il rischio di vedersi recapitare un foglio di via.

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