Disoccupazione: lo sfogo di un operaio padovano disoccupato

Un'azienda metalmeccanica non riesce a trovare apprendisti. Un disoccupato padovano si sfoga: "Io a lavorare come apprendista ci andrei anche domani. Queste cose mi fanno indignare".

Disoccupazione: lo sfogo di un operaio padovano disoccupato

Andrea, 55enne padovano, disoccupato da almeno sei anni, è arrabbiato e fuori di sè per un articolo nel quale il titolare di Micromeccanica, si lamentava di non riuscire a trovare apprendisti per 900 euro al mese. Andrea ritiene questa affermazione impossibile “Con tutta la disoccupazione che c’è in Italia“.

A dar fastidio al 55enne innanzitutto è il fatto che il titolare dell’azienda stia cercando solo apprendisti. Inoltre l’articolo mette in risalto che i giovani d’oggi sono degli scansafatiche. Ma Andrea è convinto che non è così e afferma: “Il mondo del lavoro oggi è un tritacarne. Tutti doveri e nessun diritto. Contratti a tempo e situazioni in cui il lavoratore è ricattabile: per cui tutti zitti”. E se non bastasse il 55enne vede operai che si fanno la guerra invece di solidarizzare. Andrea preferisce non dire il suo cognome proprio perchè, chi parla, nel mondo del lavoro, chi denuncia ha gli occhi puntati su di sè e viene escluso dal gruppo in quanto potrebbe creare dei problemi.

Andrea ha lavorato per 20 anni come autista in una grossa ditta di Padova, qualche problema con la direzione e su due piedi l’hanno licenziato, senza nessun preavviso. Quindi ha iniziato a lavorare all’Acegas Aps. Il contratto iniziale di 6 mesi è stato poi rinnovato per altri 2. ma alla fine del periodo il padovano si è ritrovato a casa, senza un lavoro. Acegas Aps avrebbe trovato inaffidabile il 55enne, ma lui si chiede: “Perché allora rinnovarmi il contratto? La verità è che dovevano assumere un’altra persona“. E non esita a dire che “La meritocrazia non esiste“.

La responsabilità di tutto questo, secondo Andrea è da rintracciare nella generazione degli anni ’60 che “ha pensato troppo alla febbre del sabato sera, alle discoteche, ai macchinoni e agli abiti firmati, e non ha combinato nulla“. Manca anche una cultura politica che nella vita sociale è importante. Inutile – afferma il 55enne – prendersela con i sindacati perché “i sindacati siamo noi, loro sono la nostra unica tutela“.

Andrea vive con lo stipendio della moglie e ci tiene a dire che se avesse soldi le farebbe un monumento. Ma non si arrende. Ora il 55enne pensa di contattare il signor Giancarlo Piva, a capo dell’impresa padovana Micromeccanica che non trova apprendisti, sperando in una porta aperta perché “La speranza è sempre l’ultima a morire, anche a 55 anni“.

Continua a leggere su Fidelity News