Claudio Borghi Aquilini: L’Europa ci chiede di uccidere i diritti dei lavoratori

L'economista Claudio Borghi interviene ad Agorà, interpellato su Euro, Europa e lavoro.

Claudio Borghi Aquilini: L’Europa ci chiede di uccidere i diritti dei lavoratori

Claudio Borghi Aquilini, economista, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore ed editorialista de Il Giornale, è una delle autorevoli voci che da tempo cerca di mettere in guardia l’opinione pubblica e il mondo politico sulla dannosità per l’economia italiana dell’adozione di una moneta unica, l’Euro, sopravvalutata rispetto alle caratteristiche del mondo produttivo nazionale.

Lo fa attraverso le brevi ma solitamente incisive apparizioni televisive, i suoi articoli sulla stampa e dalle pagine del suo blog.

Nella puntata di Agorà Estate, andata in onda su Rai3 il 10 luglio, Claudio Borghi torna ad “unire i puntini” che tratteggiano il quadro dei problemi economici ed occupazionali italiani, ribadendo il peso dell’Euro nella determinazione di questi problemi. Euro che porta con se le indicazioni di politica economica dell’Unione Europea (leggi Troika) che stanno letteralmente devastando le economie del Sud continentale e compromettendo la possibilità di Stati come l’Italia di mantenere un comparto produttivo competitivo ed efficiente.

Per Claudio Borghi questo è “il” problema principale a cui cittadini, politici e imprenditori (soprattutto PMI) devono guardare per cominciare ad elaborare soluzioni e scenari alternativi sostenibili.

L’adozione della moneta unica e relativi corollari (vedi, ad esempio, il MES) ha infatto comportato una impossibilità per la politica economica nazionale, sia di alleviare il carico fiscale, sia di regire agli shock con svalutazioni (fisiologiche per tutte le economie in regini di cambi flessibili). In questa “gabbia” non si può fare altro che assistere e alimentare lo spettacolo di erosione dei diritti del ondo del lavoro, delocalizzazione, perdita del potere d’acquisto dei salari, precarizzazione ed emigrazione dal territorio.

Le “ricette” di Enrico Letta (autore nel 1997 del libro “Morire per Maastricht”: profetico!) agiscono irrazionalmente sulla facilitazione delle assunzioni in un momento in cui le aziende chiudono per mancanza di mercato. Irrazionalmente per il benessere di un popolo vilipeso quotidianamente, ma non per una Unione Europea a guida tedesca.

 

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