Gli studenti italiani non sono disposti a rinunciare ai tre mesi di vacanze estive. Sono stati infatti ben 9 su 10 quelli che hanno risposto alla domanda bocciando immediatamente l’idea del Ministro del Lavoro Poletti. Eppure tra loro 1 su 3 ha detto di essere disponibile a barattare le ferie estive in cambio di uno stage o di un’esperienza lavorativa, sia durante le vacanze che nel resto dell’anno.
A conti fatti, il tempo da dedicare alle attività di svago è abbastanza, e secondo i dati forniti dalla Commissione Europea riguardo il calendario scolastico dei paesi europei, l’Italia è la nazione che concede agli studenti le vacanze estive più lunghe. Insieme all’Italia ci sono anche Portogallo, l’Irlanda, la Turchia e Malta. Una delle nuove priorità è a quanto pare quella di riempire questo lasso di tempo con occupazioni lavorative.
Ma con la disoccupazione alle stelle i ragazzi hanno addirittura ansia di entrare nel mondo del lavoro, e affrontare questa esperienza è un’esigenza che li sconvolge non poco. A anche se una parte ha dichiarato che trascorrere il tempo tra lavoro e studio è una delle scelte che potrebbe essere molto positiva. E questa è anche una delle prerogative della Buona Scuola da parte degli studenti, oltre alla valutazione del merito dei docenti e al potenziamento dell’inglese.
Dai dati resi noti dal Miur è però emerso che lo scorso anno solo il 10% degli studenti ha ha partecipato a percorsi che prevedevano scuola e lavoro solo il 10% degli studenti delle scuole superiori, mentre il 90% dei casi faceva parte di istituti tecnici e professionali. Il nuovo decreto della Buona Scuola ha aumentato le ore di tirocinio di tecnici e professionali portandole a 400, mentre nei licei è sceso a 200.
Il ddl prevede dunque di svolgere le attività durante le pause didattiche, quindi comprese le vacanze estive. Ma la relazione tecnica di Viale Trastevere precisa che queste attività saranno attivate fino a quando non sarà esaurita la copertura di 100 milioni di euro. Giannini ha sottolineato: “Il valore formativo del lavoro è centrale nell’impianto de La Buona Scuola, al punto che investiamo 100 milioni all’anno (quasi dieci volte l’investimento passato) per portare le ore di alternanza negli ultimi 3 anni a 400 nei tecnici e professionali e 200 nei licei”.